Nicola Ciacciarelli
Quest’anno a San Siro la Juve, salvo Coppa Italia, non giocherà più. Per fortuna verrebbe da dire. Per la seconda volta in stagione, infatti, i bianconeri conoscono la sconfitta proprio a Milano. Vince un Milan tignoso e con un pizzico di fortuna che non guasta mai. Ai bianconeri non rimane che recriminare per la rete ingiustamente annullata a Pjanic al 36′ del primo tempo. Errore evidente di Rizzoli e soci sì, ma che non basta a spiegare il perchè e il percome questa squadra non riesca a viaggiare come tutti pensavano.
Evidenti le difficoltà di alcuni singoli, a partire da un Khedira bloccatosi dopo un bell’avvio stagionale. I problemi di Madama, però, sembrano più complessi. Le palle lì davanti arrivano con il contagocce. Higuain è costretto, spesso e volentieri , a rinculare per dare aria alla manovra e negli ultimi sedici metri i palloni giocabili son ben pochi (24 quelli toccati). In fase di ripiegamento sembrano mancare le giuste energie per contrastare gli inserimenti dei centrocampisti avversari, vedasi gol (stupendo) di Locatelli. Manca un disturbatore. Il rientro a pieno regime di Claudio Marchisio è di fondamentale importanza. Uomo capace di abbinare corsa e acume tattico, il Principino è quel che serve a Max Allegri, in un centrocampo orfano dei colpi di genio e della potenza di Pogba. La squadra ha un ritmo monocorde e prevedibile e l’uscita di Dybala ha pesato come un macigno. Senza La Joya viene a mancare il regista avanzato di Allegri. A proposito, ancora nulla di certo sulle condizioni dell’ex Palermo. Per lui domani verranno effettuati esami decisivi.