Luigi Pellicone
Sassuolo, mini colonia giallorossa, tappa più impegnativa del tour che attende la Roma sino alla pausa. Vigilia nervosetta, a Trigoria, nonostante il secondo posto a -2 dalla Juventus. Elettricità che va tramutata in energia, per vincere. Non con il Sassuolo. In generale. Un trofeo, che manca da troppo tempo.
In un campionato divenuto equilibrato i punti con le medio-piccole diventano preziosi. Il Sassuolo di Di Francesco, vecchio amico di Spalletti che, da team manager alla Roma (nel 2005), ragionava e studiava già da allenatore, non è un ostacolo semplice. Gioca un calcio agile, equilibrato, veloce. Ideale per mettere in difficoltà, specialmente sugli esterni, la difesa giallorossa. Una retroguardia cha ha ancora, però, tanti margini di miglioramento. La Roma recupera Rudiger, presto avrà nuovamente Peres, attende Vermaelen e a dicembre torna Mario Rui. Indispensabili per recuperare fiato e alzare il livello della squadra in generale. La concorrenza, del resto, aiuta tutti a essere più concentrati.
Capitolo formazione: resta da sciogliere un dubbio. In difesa, a sinistra, uno fra Palmieri e Juan Jesus. Il brasiliano ha un risentimento ad un polpaccio ma è nelle condizioni di giocare. A centrocampo rientra dal primo minuto Strootman, almeno per un’ora. Possibile staffetta con Paredes. Considerata la mole di infortuni, lecito rimpiangere chi domani indosserà la maglia neroverde? Neanche troppi. Inutile, secondo Spalletti, tenere in panchina giovani calciatori che hanno esigenza di giocare altrove, spinti da esigenze professionali differenti, che la Roma non può garantire. In parole povere, quel che oggi dimostrano altrove, non avrebbero potuto esprimerlo in giallorosso.
PROBABILE FORMAZIONE: Szczesny; Florenzi, Manolas, Fazio, Palmieri; De Rossi, Strootman; El Shaarawy, Nainggolan, Salah; Dzeko