Francesco Maiocchi
Il Genoa ha interrotto i sogni di gloria rossoneri. Montella non voleva cadere nel tranello, ma in fin dei conti era impossibile non pensare alla testa della classifica anche se per solo 24 ore. La chiave per ripartire però è quella giusta: tanta umiltà. Non bisogna dimenticare che le ambizioni per la stagione in corso erano certamente altre e quelle devono rimanere. La partita però ha evidenziato un dato: Montella non ha panchina. In questa stagione senza coppe i cambi sono stati limitatissimi. Locatelli è stata una gran bella sorpresa e Calabria quando tornerà potrà dire la sua, ma per il resto c’è il vuoto cosmico. Lapadula ha potuto giocare quando Bacca era di ritorno dal Sud America, ma per il resto non è nemmeno certo di essere il secondo nelle gerarchie visto che ieri è entrato Luiz Adriano. Pasalic, Sosa e Vangioni sono 3 comparse, di cui una pagata nemmeno poco. Honda è sempre più un fantasma. Con lui il Milan gioca in 10 già prima dell’espulsione di Paletta e i danni li fa anche in difesa lasciando in gioco Ninkovic.
Montella ha fatto di tutto, cambiato modulo e reinserito Suso. Il Milan stava ingranando ma con l’uomo in meno solo l’ennesimo miracolo poteva salvare la partita. Juric ha giocato le sue carte. Pressing asfissiante, gabbia su Niang e marcatura a uomo su Locatelli. Per tutta la partita il regista è stato Romagnoli con scarsi risultati. La squadra ora deve continuare a fare quello che ha fatto. Lavorare duro senza pensare alla classifica. Ma c’è da sperare che fino a gennaio niente rompa questo equilibrio. Già nella prossima gara mancherà Paletta e quando lui e Romagnoli non hanno giocato assieme i gol presi sono addirittura 9 contando i 2 di ieri sera. I cinesi tra meno di un mese saranno i nuovi proprietari e il primo compito sarà fare finalmente un mercato all’altezza del Milan per poter raggiungere l’Europa che manca da tropo tempo.