Francesco Maiocchi
Sarà una settimana con il sorriso sulle labbra per il Milan. Terzo posto in solitaria e la Roma distante solo una lunghezza. La media è da Champions, ma attenzione a chiamare il Milan una grande. I rossoneri lo sono per meriti storici, ma il campionato è ancora lungo e non c’è tempo per sedersi sugli allori.
In questa stagione il Milan ha dimostrato di non avere ancora la forza di schiacciare le piccole, piuttosto di poter far male a chiunque. Ieri contro il Pescara è stata una gara dura. Nonostante gli abruzzesi non abbiamo ancora vinto macinano gioco e fino ad ora hanno messo tutti gli avversari in difficoltà. È successo anche ieri col Milan che ha saputo soffrire e ripartire. È mancato l’estro di Niang che in svariate partite è stata l’arma in più.
Poco male perché in squadra c’è anche Jack Bonaventura. Mezz’ala, esterno e tutto fare. La gara l’ha decisa lui su punizione, ma durante tutta la partita ha dettato le geometrie ai rossoneri. Inserimenti, corsa sull’esterno e genio sono le chiavi di lettura. Gli ospiti hanno cercato di pressare alto e ingabbiare Locatelli. Il Milan invece ha continuato alla sua maniera con il 4-3-3 che in fase offensiva diventa un 3-4-3. Buona l’idea e De Sciglio è riuscito a rendersi più volte pericoloso. Il Pescara è stato bravo a chiudersi, quanto il Milan sa far girare palla per cercare le corsie laterali. Ieri i rossoneri hanno fatto il loro record di tiri in porta a dimostrazione che se c’è il gioco si può fare tutto. La difesa ha retto, ma è evidente come Paletta sia imprescindibile in questa squadra. Donnarumma ha regalato l’ennesimo miracolo, ma ormai le sue parate stanno diventando ordinaria amministrazione. Montella poi ha dimostrato di saper leggere bene le partite e l’inserimento di Pasalic ha permesso al Milan di sfiorare il raddoppio a ripetizione. Raddoppio che non è arrivato e per essere considerati big serve anche questo genere di cattiveria che attualmente manca al Milan.