‘Darwinianamente’ Polonia.

Posted By on Nov 14, 2016 | 0 comments


Massimo Fabi

‘Darwinianamente’ Polonia. Le esultanze di gruppo raggianti, arrivate spontaneamente sotto il settore ospiti a seguito dei due gol di Lewandowski, evidenziano come il successo di Bucarest sia stato percepito dagli uomini di Nawalka ‘match della svolta’, quello che mette ogni cosa al suo posto garantendo un primato in solitaria nel girone E. Con una prestazione tatticamente perfetta e decisa dalle gemme di Grosicki e Lewandowski, quest’ultimo più esplosivo di un petardo scoppiatogli a pochi passi, i biancorossi si impongono sul campo difficile della Arena Nacional, sdraiando una Romania imbattuta in tutto il percorso di qualificazione al recente Europeo. Superiorità, dunque. Non solo in tecnica e organico, ma anche nella mentalità, capendo che questo fosse il momento di scardinare la concorrenza, proprio a seguito dell’incredibile tonfo montenegrino in Armenia. Un crollo, quello dei balcanici, che conviene a tutti in ottica secondo posto, sia alla Romania, che per quanto si sia lasciata sfuggire la Polonia rimane a due lunghezze dalla zona di ‘speranza’, sia alla risollevata Danimarca di Hareide, che guidata dal genio di Eriksen, fa divertire la gente del Telia Parken facendone quattro al Kazakistan e passando in novanta minuti da una situazione fortemente critica a un -1 di gran pressione sul Montenegro. Quello accaduto all’Hrazdan Stadium di Yerevan è qualcosa di pazzesco, magico per l’Armenia e struggente per Jovetic e compagni, con gli errori di entrambi i portieri in primo piano. Chiudendo la prima frazione avanti di due reti, la formazione del serbo Tumbakovic aveva dato l’illusione di dover solo gestire il risultato e attendere con totale la tranquillità l’esito dello scontro diretto tra Romania e Polonia, dimenticando però di avere di fronte un avversario orgoglioso, meritevole già a Varsavia e forte venerdì sera della scossa caratteriale conferita da capitan Mikhitarian, al debutto in queste qualificazioni, e soprattutto dal neo tecnico Petrosyan, assumente l’incarico neanche un mese fa. Il ‘sogno mondiale’ degli ospiti, forse al momento troppo precoce, si è trasformato poco dopo l’assolo fortunato del mediano Grigoryan in un incubo da cui la compagine balcanica non ha saputo svegliarsi: il Montenegro si scioglie, la squadra e il pubblico di casa esploderanno di gioia all’ultimo secondo di gara. Il cuore armeno viene dunque premiato, facendo entrare questo epico 3-2 in rimonta nel romanzo calcistico dell’ex repubblica sovietica. Sull’altra sponda, un pari contro quello che fino al 93’ era il fanalino di coda poteva essere sì mal digerito, ma anche accettato rispetto a una sconfitta così scioccante. Al di là del punticino mancato, il timore è che l’acuto di Gazaryan possa influire psicologicamente sul cammino del Montenegro rovinando quanto di buono fatto sino a metà percorso. Lo scontro diretto di marzo dirà molto a riguardo, quando a Pogdorica arriverà proprio la Polonia, vale a dire la più forte.

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