Il peso delle parole

Posted By on Feb 16, 2017 | 0 comments


di Alessia Fratarcangeli

Il Napoli esce sconfitto dal Bernabeu per 3-1, un risultato pesante che sarebbe potuta diventare una goleada di quelle che difficilmente dimentichi se il Real non avesse sbagliato molte, troppe occasioni da gol. Gli azzurri, perciò, dovrebbero ritenersi anche fortunati; ma la domanda che più tormenterà Sarri, giocatori e tifosi è una sola: si poteva fare più di questo?

Forse sì, forse no: inutile tormentarsi il giorno dopo. Il Napoli ci ha provato, ha avuto il coraggio di affrontare senza troppo timore un Real Madrid spietato. Nonostante la prima occasione da gol dopo soli 22 secondi, i partenopei non sono crollati e dopo neanche 10′ Insigne, il protagonista che proprio non ti aspetti, raccoglie il passaggio al bacio di Hamsik, si infila tra Sergio Ramos e Varane (mica due a caso) e batte Navas con un gesto d’astuzia non da poco. Perchè mettere quella palla lì, nonostante l’errore di posizione del portiere, non è mica facile. La tensione è alle stelle, ma soprattutto non ti aspetti che proprio il Real Madrid ti stia servendo su un piatto d’argento un’occasione tanto ghiotta. Il momento di delirio di Sarri & co. dura poco, perchè non appena si riprende il gioco i blancos sono intenzionati a pareggiare la questione il prima possibile. Ci riescono con Benzema dopo dieci minuti e da lì in poi è un monologo: il Napoli contiene i danni e, quando ne ha la possibilità cerca di mettere in difficoltà gli avversari, ma le energie calano e a certi ritmi devi essere abituato, avere esperienza e mentalità giusta. I galacticos ce l’hanno, gli azzurri no.

I numeri della partita parlano chiaro, ma ovviamente il calcio è fatto anche per sognare. Ma poi c’è il brusco risveglio di chi accetta la sconfitta e chi, invece di cercare quel poco di buono che è stato fatto, non fa nient’altro che puntare il dito verso i suoi giocatori e il suo allenatore. Aurelio De Laurentiis trova il modo peggiore di concludere una serata già amara di per sè., in modo patetico, ingiusto nei confronti di chi sta dando il tutto per tutto per quella maglia azzurra in campionato, Coppa Italia e Champions League.
Davanti le telecamere: non  è questo il modo di svelare i malumori che sono covati all’interno della dirigenza, non è quello il momento di attaccare pubblicamente il tuo allenatore che “non sfrutta a pieno l’ampiezza della rosa a disposizione”. Non è quello il momento di far notare che la società ha sborsato delle grosse cifre per giocatori che non mettono mai piede sul campo. E’ l’allenatore che fa la formazione, non la dirigenza. Una formazione, tra l’altro, che è la stessa che sta dando ottimi risultati in campionato, dato che non perde da ottobre. Se ci sono delle questioni in sospeso tra dirigenza e allenatore, perchè non parlarne in privato, ma soprattutto perchè sparare a zero su tutto e tutti in un contesto non proprio idoneo?
Le accuse del Presidente sulla “formazione sbagliata”, perciò, oltre che fuoriluogo sono anche disconnesse, prive di fondamento, tipiche di qualcuno che non vuole accettare la sconfitta ma soprattutto i limiti della sua squadra, per lo meno al cospetto delle grandi. Sognare farà sicuramente bene, ma l’illusione e la presunzione di essere ciò che in realtà non si è fanno danni ancora ben più gravi: possono spaccare uno spogliatoio, creare lotte interne, distruggere ciò che di buono è stato costruito in questi anni.
Il ritorno a Napoli sarà amaro, ma il popolo partenopeo sarà capace di dimostrare molta più gratitudine ai suoi ragazzi, a tutti indistintamente, senza preferenze.

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