Il punto debole del Napoli? Lo stile

Posted By on Apr 24, 2017 | 0 comments


di Alessia Fratarcangeli

Il Napoli non passa al Mapei Stadium e, se non fosse stato per l’intuizione di Arkadiusz Milik (al suo primo gol dopo l’infortunio), staremmo qui a parlare di una disfatta partenopea. Gli azzurri non sono stati baciati dalla fortuna durante i 90 minuti, avendo infatti colpito ben due legni, ma dall’altra parte è difficile dare la colpa solo ed esclusivamente alla dea bendata o all’arbitro. Sarri non ha peli sulla lingua e ha dimostrato questo suo carattere in più occasioni, davanti le telecamere e nelle conferenze stampa, risultando più volte decisamente indigesto e ripetitivo. C’è chi lo loda perché è ;schietto e dice ciò che pensa non curandosi delle conseguenza, c’è chi invece pensa che queste sue insinuazioni non sono altro che un modo come un altro per mascherare che a volte la sua squadra non è quella macchina perfetta di cui tutti i giornali scrivono e di cui lui è estremamente orgoglioso.
Le accuse di mister Sarri ancora una volta sono al veleno e, data la posizione del Napoli e il bel gioco espresso, tendono fin troppo a infangare un percorso che nonostante tutto è molto positivo. Le sconfitte e le giornate “no” fanno parte del campo e del calcio e gli avversari che si affrontano sono del tutto giustificati se vogliono portarsi a casa punti importanti contro una big del campionato. Questo è quindi l’esito di Sassuolo-Napoli, un 2-2 che Sarri fatica non poco ad accettare. Pecca ancora una volta di presunzione con le sue dichiarazioni al veleno, una caduta di stile che un allenatore a capo di una squadra come il Napoli non può permettersi. “O noi siamo sfortunati o Damato è scarso”. Gravissimo l’affronto nel post partita contro il direttore di gara: i precedenti con il Napoli non sono di certo positivi, ma il passato a volte diventa un alibi per attaccare anche nel presente il lavoro di chi ha commesso precedentemente gravi errori (vedere i rigori non assegnati ai partenopei contro il Genoa). Tutto ciò però non può essere tirato in ballo solo perché contro il Sassuolo le cose non sono andate come ci si era prefissato: il pareggio è figlio di errori che alcuni giocatori come Hamsik non si possono permettere, se l’obiettivo comune è quello di agguantare il secondo posto della Roma. Quindi, no, la colpa non è di Damato (che non si fa intimorire dai giocatori partenopei che a fine partita richiedono un rigore assolutamente inesistente), bensì del fatto che alcune volte, in partite apparentemente semplici, il Napoli manca di personalità e non concretizza le occasioni che ha. Sarri, però, è uno che non accetta queste critiche, che pretende la perfezione sempre e comunque. Ma presto dovrà imparare che il Napoli ha ancora tanto da imparare dalla sua filosofia di gioco e che addossare sempre le colpe all’arbitro o alla sfortuna, a certi livelli, è una caduta di stile davvero penosa. Come penoso è accusare Paolo Cannavaro di essere un ‘core ‘grato’ solo perché ha fatto il proprio dovere da difensore e giocatore del Sassuolo.

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