Juventus, via alla missione triplete

Posted By on Mag 23, 2017 | 0 comments


Giandomenico Tiseo

Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Parole pronunciate dall’ex Presidente della Juventus, nonché giocatore degli anni ’50, Giampiero Boniperti nel momento della presentazione del nuovo stadio.  Sono passati sei anni ed il club bianconero, dopo aver vissuto un periodo complicato fatto di settimi posti e crisi di identità post Calciopoli, ha infilato una serie record di 6 vittorie consecutive in campionato.

Un percorso iniziato con Antonio Conte, esponente di spicco della juventinità, passando poi per Massimiliano Allegri, forse il mister più sottovalutato della storia della società torinese. Sei trionfi vissuti non tanto con la gioia ma come fossero un dolce sollievo. Una missione da compiere. I successi in campionato e della Coppa Italia proiettano gli Allegri’s boys alla finale di Champions League a Cardiff con la convinzione di potersela giocate.

Le certezze affondano le radici in quella famosa 20esima giornata di Serie A. Juve sconfitta con la Fiorentina, il cambio di modulo. Una delle “genialate” del tecnico toscano, ha dato il via ad una vera e propria cavalcata vincente: 16 risultati utili in campionato su 17 incontri (12 vittorie, 4 pareggi ed 1 sconfitta) e l’imbattibilità in Europa con un solo gol subito nella fase ad eliminazione diretta.

Quanto basta per cambiare il corso della storia continentale: nelle otto finali a cui ha preso parte, i piemontesi sono stati sconfitti ben sei volte e negli ultimi quattro ultimi atti i risultati sono stati tutti negativi.  Tuttavia, gli uomini di Allegri, forgiati dai successi con Porto, Barcellona e Monaco, arrivano all’appuntamento finale con tante certezze e consci della propria forza. Una formazione fortissima in difesa ma in grado di far male anche in avanti con il suo attacco super “H.D”: Gonzalo Higuain (32 gol stagionali) e Paulo Dybala (18 gol stagionali). Non è solo però il duo argentino a far tremare i polsi degli avversari. C’è anche un certo Mario Mandzukic, attaccante “operaio” della fascia sinistra da non sottovalutare. Come fece Jose Mourinho con Samuel Eto’o o, andando più indietro nel tempo, Fabio Capello con Marco Del Vecchio, il croato si è sacrificato per la causa, giocando in un ruolo diverso ma essendo comunque funzionale in fase realizzativa e di non possesso. Le rincorse a perdifiato contro i terzini avversari sono ormai scritte nella pietra ed è anche su questa sicurezza che i campioni d’Italia si giocheranno le loro chance contro il Real Madrid.

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