Dominio Juventus: solo questione di fatturato?

Posted By on Mag 30, 2017 | 0 comments


Giandomenico Tiseo

Il sesto successo consecutivo della Juventus in campionato, prossima a scendere in campo al Millenium Stadium di Cardiff (Galles) il 3 giugno contro il Real Madrid nella finale di Champions League 2017, ha aperto il solito dibattito avente il seguente oggetto: la vittoria è direttamente proporzionale alla ricchezza. Secondo alcuni tecnici (Maurizio Sarri, allenatore del Napoli) poter competere con una squadra come quella bianconera con un fatturato sensibilmente superiore alla concorrenza nazionale è un’impresa quasi impossibile. La presenza di grandi calciatori del panorama internazionale nel roster torinese, secondo quanto sostenuto da mister partenopeo, dà modo alla Juve di mantenere una leadership incontrastata nella Serie A. Ma è solo questo? In verità se la regola dovesse valere per tutti, Milan ed Inter, terza e quarta nella speciale classifica degli “Euri” avrebbero dovuto contendersi il tanto agognato terzo posto in Champions nonché l’entrata dalla porta principale di Europa League. Sappiamo, invece, che non è andata così. In particolare, il quarto e quinto posto dell’Atalanta e della Lazio dimostrano che non solo i soldi fanno la felicità. Servono anche idee, tanto lavoro sul campo e grande voglia di vincere. Giampiero Gasperini e Simone Inzaghi, infatti, più che parlare di entrate ed uscite si sono focalizzati sul campo valorizzando al 100% le risorse a disposizione e non è un caso che, ora, molti dei calciatori facenti parte delle rose nerazzurra e biancoceleste siano particolarmente ambiti. In questo senso, il successo dei campioni d’Italia si fonda sulle stesse basi. Il valore di molti dei calciatori presenti in rosa è di molto aumentato grazie al lavoro quotidiano ed alle forti motivazioni dimostrate nel corso dell’intera stagione. Se la formazione allenata da Massimiliano Allegri è riuscita a conquistare il secondo ultimo atto europeo in tre anni lo deve ad una crescita, in primis sotto il profilo della convinzione oltre che, ovviamente, all’inserimento di alcuni calciatori. In più l’aumento dei ricavi totali non cade da cielo ma deriva da una programmazione ad hoc. Quando Andrea Agnelli cominciò la sua avventura come massimo dirigente della Vecchia Signora i settimi posti facevano capolino e i milioni in perdita erano diversi. La costruzione ultimata del nuovo stadio, avviata dalla precedente gestione, e l’avvio di tutte le attività commerciali ad esso annesso ha permesso al club piemontese di mettere alle spalle il periodo più nero della sua storia: calciopoli e la Serie B. Non è un caso che la società di Torino abbia aumentato, solo nell’ultimo anno, del 38% le proprie entrate commerciali. Un aspetto nel quale, le altre realtà italiane, sono chiaramente in difficoltà. Pertanto, guardare al fatturato è una visione semplicistica e più che essere la causa delle sconfitte altrui, semmai, è la conseguenza di una gestione non adeguata ai tempi moderni.

GIANDOMENICO TISEO

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