Eusebio Di Francesco 3.0: “lavoro, umiltà e compattezza”

Posted By on Giu 14, 2017 | 0 comments


Luigi Pellicone

Eusebio Di Francesco torna a Roma. É di casa, ormai, a Trigoria. La vivrà per la terza volta, in altrettanti ruoli. Prima Campione d’Italia, da giocatore. Poi dirigente. Infine, da allenatore. Un ritorno gradito a Trigoria. Sponsorizzato da Monchi, innamoratoso del suo gioco e della cultura del lavoro: e lo ritiene il profilo ideale per lavorare su una Roma giovane, competitiva e possibilmente vincente.

Di Francesco e la Roma. Un’occasione unica, quanto complicata. La Roma ha cambiato 8 allenatori in nove anni. Di Francesco trova in eredità una squadra competitiva, migliorata negli uomini e nei reparti. Una Roma forte quanto contraddittoria. Quasi perfetta in campionato, incapace di centrare i traguardi alla portata nelle coppe. Come migliorarsi? La ricetta è semplice, riassumibile in tre parole: “Con il lavoro”. Roma sa essere particolare. Per certi versi, difficile. Di Francesco, però, conosce Roma e le sue pieghe. É sereno, predica umiltà nel lavoro. “Unica via per costruire successi”.

Resta da capire chi sarà a disposizione del nuovo tecnico. Monchi assicura che la Roma non ha intenzione di vendere Rudiger rimane. E Salah? Lo deciderà il mercato: vi sono delle offerte da valutare. Si parla dai 40 milioni in su. Piccola malizia: quanto basta, e avanza, per portare a Roma Berdardi e Pellegrini. Altre operazioni in vista? Monchi ha il dono della chiarezza: “Skorupski e Moreno sono già qui. E la Roma non è un supermercato. Non esiste un club che non venda o acquisti giocatori. Il problema non è vendere. Il guaio è comprare male. In ogni caso, non ci sono trattative aperte con altri calciatori, ad esclusione di Salah”.

Di Francesco mette alcuni puntini sulle “i”. Non è un aziendalista. Non propone un calcio remissivo.Tecnici, tattici e comportamentali. Il punto di riferimento della Roma è Daniele De Rossi. “Un esempio. Il nostro punto di riferimento”. Costruirà insieme al direttore sportivo una Roma vincente. Con che modulo? La Roma non può giocare con la spensieratezza del Sassuolo: “il mio calcio non è solo verticalità: partendo dal 4-3-3, posso adattarlo al 4-2-3-1 legato alle caratteristiche dei calciatori. Voglio allenare Florenzi per collocarlo nella posizione ideale. Paredes è un centrocampista centrale, Strootman una delle migliori mezzale in circolazioni. Peres? Ha sofferto la difesa a 4, ma ha qualità offensive importanti, lo tengo in grande considerazione Conosco il senso di appartenenza che lega la Roma ai tifosi.”. Vincere. Verbo difficile da coniugare, da queste parti: 10 anni esatti, dall’ultimo trofeo. Per Di Francesco, migliorare chi lo ha preceduto, significa vincere. In bocca al lupo.

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