Amarcord: 17 giugno 2001

Posted By on Giu 17, 2017 | 0 comments


Gianluca Guarnieri
La vita è fatta di giorni, giorni che scorrono lenti, oppure velocissimi, giorni invece che ti restano dentro in eterno, segnandoti profondamente nell’animo. Il 17 giugno 2001 è una data che non si potrà cancellare, una data che resterà incisa profondamente nell’anima e nel cuore di chi ama profondamente i colori giallorossi e l’associazione Sportiva Roma. Il 17 giugno è il giorno del terzo scudetto giallorosso! Chi era presente quel giorno all’Olimpico non potrà scordare quello che accadde: tutta una città era pronta ad un evento che sembrava non dovesse giungere, visto l’inopinato pareggio di 7 giorni prima contro il Napoli, con uno Scudetto che sembrava svanito, traballante o sfumato, rimandando tutto alla sfida finale contro i gialloblu del Parma. L’attesa fu a dir poco snervante in una settimana eterna fatta di minuti lunghi e lenti, mentre la testa dei tifosi era solo alla domenica, quella maledetta-benedetta domenica. il giorno dell’evento arrivò, con una migrazione immensa verso lo Stadio Olimpico, pieno come poche volte prima di allora. L’ atmosfera era incredibile, come ogni evento richiedeva e la squadra lo recepì immediatamente già dal riscaldamento, in uno scenario da favola. Le favole devono terminare bene e quella squadra mantenne la promessa. Quella era una grande squadra, composta di grandi campioni, nati per vincere e la vittoria era lo scopo unico, visto che l’anno prima lo scudetto era stato vinto dalla Lazio, per il dolore e l’amarezza di tutta la parte Romanista dell’Urbe, certamente la stragrande maggioranza, e la voglia di rivincita era tanta, da parte di un ambiente ansioso di rivalsa. il Parma era sempre una squadra forte e chissà se ci fosse il rischio di una nuova beffa, vedi il Lecce di tanti anni prima: stavolta la beffa non ci fu. L’Olimpico aspettava il suo capitano, e la giovane bandiera rispose: correva il 19esimo minuto e Vincent Candela, terzino di classe ed eleganza trovò Francesco Totti, con un cross pennellato: il fuoriclasse con il numero 10 e la fascia da Capitano non ci pensò su e scaricò una bomba imprendibile nella porta dell’incolpevole Buffon, la porta sotto la curva Sud, la sua Curva Sud. L’urlo represso per 18 anni finalmente esplose, in un delirio assoluto, totale. Lo scudetto si avvicinava e l’altro passo determinante arrivò in finale del primo tempo, con il goal di Vincenzo Montella, l’aeroplanino che mise il pallone in rete, toccando la ribattuta di Buffon dopo un destro incrociato di Batistuta. Le streghe erano state cacciate, esorcizzate e con esse i gufi pronti a lanciare strali e malasorte. Stavolta avevano perso e per farlo capire ancora di più ci pensò l’immenso Gabriel Batistuta, “Re Leone” più che mai a fare tris, con uno dei suoi bolidi fenomenali, facendo secco per la terza volta Buffon.
Dopo di che fu solo gioia, passione, amore. Finalmente l’Urbe poté gioire, impazzendo totalmente e lasciando che la marea giallorossa sfogasse la sua passione in ogni angolo della città, dal centro storico alla periferia, dal Pincio al Gianicolo, da Testaccio alla Garbatella, da Montesacro a San Lorenzo, in una comunione assoluta, tanto forte da far sbiadire qualsiasi altro avvenimento. Quella squadra, di Sensi, Capello, del simbolo Francesco Totti, di Batistuta, Montella, Delvecchio, Cafu, Candela, Tommasi, Samuel, Aldair, Zago,Antonioli e tanti altri aveva eguagliato 18 anni dopo il trionfo di Viola, Liedholm, Falcao, Di Bartolomei, Pruzzo e Conti. La fiaccola era passata nelle mani di un’altra generazione di romanisti, scrivendo una pagina unica nella storia di questo club tanto amato. Nemmeno la follia di un invasione di campo riuscì a compromettere il tutto. Era proprio l’anno e il giorno della ROMA e nessuno poteva farci nulla. Il 17 giugno 2001, la Roma era per la terza volta nella sua storia, Campione d’Italia!!!!!!!!!!

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