Antonio Cassano: Elogio alla follia

Posted By on Lug 28, 2017 | 0 comments


Alessandro Nardi

Chi nasce tondo non può morire quadrato” così recita un vecchio proverbio e chi nasce Cassano… idem! Quante volte abbiamo letto, scritto, sorriso ed infine ci siamo annoiati per via dalle prodezze extra calcistiche di quello che alcuni chiamano ancora “il talento di Bari vecchia”? Ogni volta una nuova “cassanata” ed ogni volta “Pierino- Cassano” con la faccia pentita, ma solcata sempre dal quel lampo di furbizia che gli è innato chiedeva scusa assicurando il “preside” di turno che avrebbe fatto il buono e che avrebbe rigato dritto una volta per tutte, salvo poi ricominciare da capo dopo qualche mese. Questa volta però si è superato: la sua personalità è riuscita a tener seppellito il suo alter-ego per soli sei giorni, dopodichè, il simpatico “Pierino” è tornato a dominare su Antonio e non ha potuto fare a meno di combinarne un’altra delle sue. Ci ricordiamo tutti di come la settimana scorsa Cassano, da poco tesserato col Verona aveva annunciato il suo addio al calcio, salvo poi ripensarci, previo viaggio lampo della moglie che è riuscita a farlo ragionare. Questa volta non c’è stata Carolina che regga, Cassano, dopo appena sei giorni ha detto di nuovo basta ed anzi l’ex campione mancato l’ha anche rimproverata per aver parlato tramite Twitter a suo nome dichiarando che Cassano avrebbe continuato a giocare, e che avrebbe solo lasciato il Verona per mancanza di stimoli. Correzione: Cassano non giocherà più a calcio con tante sentitissime scuse a tutti quanti. Questo però è solo l’ultimo capitolo scritto da quest’uomo di 35 anni che ha costellato la sua carriera di episodi discutibili e scuse sentite. Quando fece il gesto delle corna rivolgendole all’arbitro Rosetti, quando minacciò l’arbitro Pierpaoli che lo espulse in un Sampdoria-Torino, salvo poi “limitarsi” a togliersi la maglia per tirargliela nella sua direzione ed ovviamente chiedere scusa a tutto il pubblico prima di uscire dal campo. A Madrid si fece pescare con le mani nel vasetto della marmellata mentre faceva il “verso” al suo mentore Fabio Capello. E giù nuovi pianti e nuove scuse susseguite dalla solita promessa di non farlo mai più.

Questa volta però sembra sia proprio vero:

Cassano non lo farà più. Almeno dentro al campo. Forse.

Arrivederci Antonio, ci sentiamo alle prossime scuse, che sono certo, non tarderanno ad arrivare.

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