Benevento-Torino, vince ancora l’amarezza

Posted By on Set 11, 2017 | 0 comments


Francesco Falzarano

Terza turno di A per la strega, che gioca il secondo match consecutivo in casa. Contro il Torino, costruito per l’europa. E’ un nuovo Benevento, e lo si legge anche dalla formazione. Dentro Antei al fianco di Lucioni, dentro Memushaj al fianco di Cataldi, e Iemmello di punta. Sappiamo tutti come è andata a finire, con l’urlo dei tifosi giallorossi strozzato per l’ennesima volta in gola, con quel lampo di Iago al ’93, che fa vincere ancora l’amarezza sugli spalti del “Vigorito”. Più che la mera cronaca, tocca capire i motivi, scavare e cercare di analizzare il Benevento. Non è il caso di fare processi, ne sentenze, ne perdersi d’animo, come ha detto Baroni “non bisogna perdere l’entusiasmo”. In effetti il Benevento ha una sua identità ben precisa, gioca, crea, ed è messo benissimo in campo dal suo allenatore. Offre un ottimo calcio, con tutti i limiti tecnico-qualitativi che i giallorossi portano in dote. Può essere proprio il gioco un limite ? Poche sono le squadre che riescono a salvarsi facendo calcio, poche quelle che restano nella massima serie giocando a viso aperto, eppure Baroni non si nasconde, la squadra ed il suo credo sposano queste caratteristiche quindi l’atteggiamento non si cambia, e ci sentiamo anche d’accordo con il trainer giallorosso, in quanto il Benevento non demerita, anzi, quello zero in classifica sta più che stretto. Certo è che essere “bellini, non porta punti”, però i giallorossi hanno anche dimostrato di saper soffrire quando il Torino ha alzato i ritmi nella ripresa, facendo densità e chiudendo tutti gli spazi, rischiando pochissimo. Dove va ricercato il problema ? Presto detto, ci sentiamo di dire che è un problema di astuzia, di furbizia, una squadra, passateci il termine, “poco scafata” per la serie A. Goal del 2-1 a Genova, un’uscita sbagliata al limite d’aria, goal della sconfitta contro il Bologna in contropiede in casa, goal con il Torino allo scadere del match. Manca lo stare con i piedi ben piantati nella massima serie, manca l’esperienza, manca quell’essere insito, quella consapevolezza di una squadra di serie A. A questo va aggiunto una sterilità in fase di finalizzazione, con una squadra che a tratta sembra quasi aver paura di tirare e puntare la porta, condita da una scelta errata di alcuni contropiedi che potevano rivelarsi sanguinosi per il  Torino. A questo, una ruota che gira male, e che porta il Benevento ultimo a zero punti, un tabellino impietoso per la mole di gioco creata. Bisogna rimanere sul pezzo, con la consapevolezza, che la salvezza può essere raggiunta con queste basi. Il periodo non è dei migliori, sullo sfondo: Napoli, Roma, Crotone e Inter. Sarà importante capire come si arriverà all’ottava giornata, con quanti punti e con quanto distacco dalla quartultima. Ci vuole fiducia, e la fiamma deve restare viva, accesa, perché il Benevento c’è, è vivo, è squadra.

Submit a Comment