Napoli – Benevento: giallorossi, una domenica da dimenticare

Posted By on Set 18, 2017 | 0 comments


Francesco Falzarano

Una domenica da dimenticare, è questo, seppur banale, il pensiero che viene fuori dallo stadio San Paolo, per un Benevento ancora lì, fermo a zero punti. Ha fatto male la trasferta di Napoli, la prima storica, che non resterà nella storia solo per il fascino della gara, ma anche per il risultato. 6-0, nessun appello, nessuna traccia di giallorosso sul prato verde di Fuorigrotta. Ci è voluto un po’ prima di mettere nero su bianco, perché se analisi va fatta, va fatta in modo lucido. Napoli non deve essere l’inizio della catastrofe mediatica, contro società, giocatori e soprattutto allenatore. E’ stata una partita nata male e finita peggio, che può sintetizzarsi con un goal preso a Napoli in contropiede dopo due minuti, una cosa sanguinosa per il Benevento. Poi si poteva immaginare il tracollo fisico ma soprattutto mentale, ed in serie A se viene a mancare la tenuta mentale, viene giù tutto il castello. Soprattutto contro una squadra camaleontica e affamata come il Napoli, che storicamente in match così affonda fino alla fine.

Cosa analizzare quindi ? Baroni ha sicuramente sbagliato uomini e formazione. Viste le assenze avrebbe dovuto rinunciare al suo credo, ed al suo gioco, speculando sull’avversario  e creando la densità giusta, schierandosi con un 4-5-1. Certo non è questione di modulo, però è stata una banalità di un mister bravo e capace, che prepara le partite al dettaglio e che ha dimostrato di saperle leggere nel corso della sua carriera. Cambiare il 100% del centrocampo non è stata scelta saggia, soprattutto contando che Viola e Chibsah, non giocavano dalla finale di ritorno con il Carpi. Cos’ come Armenteros gettato così nella mischia non se lo aspettava nessuno. Quel che colpisce è che un allenatore così capace non abbia letto in anticipo la partita, ma crediamo che un fuoripista sia concesso a tutti. Da questo a mettere in dubbio l’ex tecnico del Novara, ce ne passa, perché se c’è un allenatore che può far rendere questa squadra corrisponde la nome di Marco Baroni. Quindi, ribadiamo, se analisi va fatta, deve essere fatta in modo lucido, senza far si che “la mela cada dall’albero”.

E la squadra ? Impaurita, intimidita, spaesata, come se non riuscisse a capire cosa accadesse intorno. Non è il perdere che fa male, ma il modo, l’atteggiamento, totalmente non in linea con il modus operandi dei giallorossi in queste prime tre giornate. Pochi si erano confrontati con una platea del genere prima di ieri, e la salvezza deve passare anche attraverso queste partite. Capitan Lucioni è stato molto chiaro : “Il Benevento deve giocare come sa. Dobbiamo eseguire alla lettera ciò che ci dice Baroni perché è un tecnico che ci indirizza al meglio per rendere in maniera positiva”. Queste parole sono il chiaro sintomo, che il problema non è in panchina, altrimenti un capitano non si sarebbe esposto in questo modo.

Certo è stato mortificante, ma sono tappe, quasi obbligate del noviziato della serie A. Quel che conta è che bisogna essere consapevoli che il Benevento farà un campionato a parte con altre quattro-cinque squadre, e quel che conta è il distacco dal quartultimo posto, ora distante solo un punto. Il resto lascia il suo tempo, perché bisogna fare un ragionamento di classifica. Nota lieta il tifo. Bellissimo, instancabile ed encomiabile, anche sul risultato di 6-0. 1.100 cuori che hanno battuto all’unisono, insieme ai tantissimi sparsi nello stadio San Paolo.

Mercoledì c’è la Roma, altra sfida proibitiva, ma crediamo, conoscendo Baroni, che la musica sarà diversa, o almeno se lo augurano tutti i tifosi sanniti. Questo è un campionato molto difficile, e bisogna avere la forza di rimanere lucidi e restare aggrappati al treno salvezza. Per i giallorossi è una domenica da dimenticare.

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