Nicola Ciacciarelli
Priva di idee e stanca. La Juve che perde la sua imbattibilità tra le mura amiche dopo due anni, per merito di una Lazio super organizzata, si scopre fragile e troppo spesso prevedibile. Lo Stadium è sbancato da una Lazio che subito il gol di Douglas Costa abbandona la timidezza iniziale, comandando il gioco per larghi tratti della ripresa. Immobile ribalta Madama firmando pareggio e 2-1 con cui l’undici di Inzaghi porta a casa l’intera posta in palio. Per i bianconeri si tratta della seconda rimonta consecutiva subita dopo Bergamo. E come all’Atleti Azzurri è Dybala a tradire i campioni d’Italia dagli undici metri, stavolta proprio sul gong . La sconfitta dei bianconeri è frutto di episodi sì, vedasi i legni di Higuain e Dybala, ma anche della poca lucidità che attanaglia la Juve nella parte centrale della ripresa. La frenesia prende il sopravvento e gli uomini di Allegri perdono le giuste distanze tra i reparti. Squadra lunga e in balia delle ripartenze biancocelesti. Douglas Costa, nonostante la rete, non sembra decollare. Il brasiliano risulta prevedibile quando cerca di convergere da destra per utilizzare il prediletto piedo sinistro ed è facilmente ingabbiato dagli avversari. La Juve arriva a ridosso degli ultimi 25-30 metri con le idee poco chiare. La Lazio si preoccupa di occupare le vie esterne e lascia avanzare scientemente Barzagli e Chiellini, avendo vita facile sulle palle alte alzate dai centrali difensivi. Area laziale intasata. Palloni giocabili se ne vedono pochi. Anche perchè lì davanti la mobilità di Mandzukic ed Higuain è limitata. E quando il pallone arriva El Pipita dimostra di essere in giornata no, sparando su Strakosha. Aggiungete il secondo penalty sbagliato da Paulo Dybala nel giro di due settimane e la frittata è compiuta. L’argentino riassume in pieno i 90 minuti di Madama. Un pizzico di sfortuna senza dubbio, ma anche poca freschezza di idee e qualche giocata di troppo. Quasi superflua e inutile ai fini del risultato.