Il Maestro saluta, il calcio ringrazia

Posted By on Nov 8, 2017 | 0 comments


Giacomo Nannetti

È finita. Dopo 2 Champions League, 6 scudetti, 1 mondiale per club, 2 Supercoppe Uefa, 3 Supercoppe italiane, 2 Coppe Italia, un Europeo U21 nel 2000 e il Mondiale del 2006, Andrea Pirlo dice addio al calcio giocato. In una notte newyorkese il mediano italiano chiude la sua magnifica carriera, fra gli applausi dei 23 mila presenti allo Yankee Stadium. Nonostante il vero addio al calcio che conta fosse già arrivato nel 2015 con il trasferimento negli USA, da adesso a tutti mancherà ancor di più quel calciatore in grado di compiere pennellate d’autore in giro per tutti gli stadi. Il maestro, ribattezzato così oltreoceano, rimarrà nella memoria di tutti gli appassionati del bel calcio per la sua maestosità ed eleganza in mezzo al campo, che ha fatto sì che il suo comune denominatore fosse la vittoria. Partito da trequartista o mezzapunta, trasformato poi da Mazzone in centrocampista basso davanti alla difesa, diventa un mediano atipico dannatamente efficace. Infatti il Maestro di Flero, privo di grande fisicità e velocità, ha incantato tutti con la sua visione di spazi impercettibili all’occhio di chiunque, disegnando parabole e lanci lunghi da stropicciarsi gli occhi. La vera qualità del 21 stava infatti nella velocità di pensiero, che lo rendeva un direttore di orchestra sublime. Mai banale, mai fuori dagli schemi, sempre al posto giusto nel momento giusto per servire palloni soltanto da spingere in porta. Cresciuto nel Brescia, ha giocato con le maglie di Inter, Reggina, Milan, Juve e New York, lasciando segni indelebili soprattutto con i rossoneri e la Vecchia Signora. Dato per finito dal Milan nel 2011 passa ai bianconeri, con i quali vince 4 scudetti in altrettanti anni e chiude a Berlino con la terza Champions che sfuma; proprio lì dove 9 anni prima era salito con la Nazionale sul tetto del mondo. Dopo più di 22 anni, l’uomo che parlava con i piedi, così disse Lippi, appende gli scarpini al chiodo, lasciando impresse nella memoria di tutti, le giocate illustri del playmaker per eccellenza del nuovo millennio. Conclude al momento giusto, con la volontà di lasciare spazio ai giovani e con diversi problemi fisici, tra gli applausi di un mondo intero, quello pallonaro, che deve soltanto dire… Grazie Andrea.

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