Benevento, tanto tuonò che piovve

Posted By on Dic 4, 2017 | 0 comments


Francesco Falzarano

Al Benevento piace negli ultimi anni scrivere la storia e insediarsi senza chiedere permesso nel libro dei record. Ieri allo Stadio Ciro Vigorito finalmente è arrivato il primo punto in serie A della sua storia dopo quattordici sconfitte consecutive. Un sogno o forse più. Solo poco tempo fa infatti per pensare ad una sfida tra Benevento e  Milan bisognava accendere il computer o la playstation per i più giovani, aprire invece il cassetto dei sogni per i più anziani. E in invece la realtà porta al Benevento il primo punto in serie A, contro il Milan, quel Milan che si annovera tra le squadre più titolate al mondo.

Tanto tuonò che piovve disse Socrate, e così come in una romantica slieding doors, quel Benevento che con Bologna, Torino, Cagliari e Sassuolo, era stato gabbato nei secondi finali, si toglie lo sfizio di fare uno sgambetto ai rossoneri al ’94, ma non solo, perché il tabellino dei marcatori cita “Alberto Brignoli” professione Portiere, ieri eroe. Già, perché nella città delle streghe, un avvenimento particolare arriva sempre con una magia inaspettata e sorprendente. Quella di ieri ha preso il nome di Alberto Brignoli, che entra nella storia come il terzo portiere italiano capace di segnare in serie A, succedendo a Rampulla e Taibi. Insomma, un film impensabile scritto a mano libera dal regista più scellerato. Destino, casualità, o chiamatela semplicemente fortuna, fatto sta che ieri il Ciro Vigorito è esploso come una boma sportiva, una polveriera che non aspettava altro che festeggiare il primo punto in serie A, accolto come una vittoria.

Facendo un’analisi più lineare e dettagliata, il Benevento ha disputato lo stesso match di Bergamo, ma con maggiore verve offensiva, meritando ampiamente questo pareggio e finalmente questo primo punto in serie A. Nelle settimane scorse avevamo fatto appello alla dignità, all’umanità, puntando sul calciatore in quanto essere umano e non calciatore. Bhè questa dignità caso vuole che porti anche un punticino, piccolo in termini di classifica, ma grande come un macigno all’interno di uno spogliatoio, che forse ora dopo quindici turni inizia a convincersi che questa serie A la può giocare. Parlare di salvezza è inutile ed utopistico al momento, parlare di dignità è fondamentale, perché i primi che la stavano perdendo erano i calciatori, la cui credibilità come tali si stava infangando domenica dopo domenica. La fortuna non è stata amica della strega, nella gestione Baroni e neanche in quella De Zerbi, sebbene le nostre remore sul tecnico bresciano vanno tutte sul match con il Sassuolo, perché tutti ci aspettavamo di più. All’orizzonte quattro partite fondamentali : Udinese, Spal, Genoa e Chievo. Insomma spesso i punti arrivano “per mano dei portieri” e si parla di parate, stavolta è il caso di dire per mano, anzi per testa, perdonate il rebus di parole, di Alberto Brignoli.

 

Submit a Comment