Toro: “C’è da lavorare”

Posted By on Gen 22, 2018 | 0 comments


di Alessandro Nardi

 

Non si nasconde dietro un dito Mazzarri: “c’è da lavorare” è il suo diktat. Il suo grido di battaglia. Il Torino visto oggi a Reggio-Emilia è stato lontano parente di quello visto contro il Bologna prima della sosta. Gioco ancora non ben distinguibile, ma è normale visto che il tecnico livornese è subentrato da poco tempo, ma soprattutto poche occasioni da rete. Tant’è che i granata vanno in vantaggio col primo tiro in porta della partita, grazie ad Obi che si libera in area e brucia Consigli con un bel tiro che “bacia” il palo sinistro prima di andarsi ad addormentare in rete. Da questo momento però i piemontesi sembrano tirare i remi in barca lasciando spazio ai padroni di casa, che dal canto loro, pur non mostrando un gioco accattivante riescono, prima con Duncan e poi con Ragusa ad impensierire Sirigu. Il secondo tempo riinizia sulla falsa riga del primo, con gli ospiti che tentano di tener palla ed i nero-verdi che invece cercano di recuperare e ripartire velocemente. In questo momento s’individuano tutte le falle del 4-3-3 di Mazzarri, dove sia i movimenti, che il giro palla sono ancora troppo lenti per non essere prevedibili. Succede così che il Sassuolo di Iachini (che nel suo DNA ha la grinta e la voglia di non mollare) riesce a rimettere in equilibrio l’incontro, grazie ad un’azione solitaria di Berardi (che non segnava in campionato dalla 7° giornata, durante la sconfitta per 6-1 ad opera della Lazio). Lo shock non sveglia il Torino, anzi, sono i neroverdi a sfiorare il raddoppio prima con Falcinelli, poi, sul corner susseguente con Matri, ma in entrambe le occasioni Sirigu risponde da campione. Il Toro però si sveglia nel finale e sfiora il gol vittoria con N’Koulou che viene fermato al momento del tiro a pochi passi dalla porta e soprattutto con Iago Falque, che a cinque minuti dal termine riceve una gran palla da Baselli ma il suo tiro termina a lato di poco sulla sinistra. Aldilà degli episodi, in parte sfortunati, il Torino deve ancora lavorare molto per rendere più fluida e meno prevedibile la sua manovra e per rendere più impermeabile la difesa, che non può contare soltanto sulle parate di Sirigu.

Submit a Comment