Ritorno alle origini

Posted By on Gen 23, 2018 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
La Juve riprende da dove aveva lasciato. Vittoria come a Cagliari sedici giorni fa e, come in Sardegna, con il minimo. L’1-0 (il quarto nelle ultime sette di campionato) con il Genoa è diverso da quello della Sardegna Arena, perchè i bianconeri non hanno concesso palle gol all’avversario, ma la sostanza rimane identica. Juve meno prolifica , ma con la porta blindata. Un ritorno alle origini che il mister spera possa pagare grossi dividendi ai suoi. Non solo in Italia.
A Torino si presenta un Genoa preoccupato di non prenderle, senza una vera punta di riferimento e con un centrocampo infarcito di uomini di rottura. Allegri dà fiducia a Douglas Costa e il brasiliano lo ripaga con il gol partita. Rete non banale, perchè il Grifone non subiva gol da quattro trasferte consecutive (ultima volta 29 ottobre nella sconfitta di Ferrara 1-0) e perchè solo la difesa del Barcellona ha fatto meglio quest’anno in trasferta (tre reti subite contro le sei del Genoa) se si considerano i cinque migliori campionati d’Europa. In generale l’ex Bayern è, insieme a Mandzukic, l’uomo che crea i maggiori grattacapi alla fase difensiva di Ballardini. Nella ripresa la Juve soffre leggermente di più, ma non eccessivamente, quando il Genoa si mette a specchio inserendo Galabinov per Rigoni. Il 3-5-2 di Ballardini diventa 4-3-3. La Juve si trascina fino alla fine lo striminzito vantaggio e i brividi scorrono durante il forcing finale genoano che non produce comunque più di qualche mischione nei pressi di Szczesny.
La gara dell’Allianz Stadium conferma una Juve che sta cambiando pelle. I bianconeri continuano a non subire reti. Tra coppe e campionato nelle ultime dodici gare solo Caceres a Verona ha bucato la porta della Signora. Vero è che è calata notevolmente la produzione offensiva. La media reti segnate fino a Samp-Juve era di 2,4 mentre è scesa a 1,3 negli ultimi due mesi. Evidentemente i bianconeri hanno ascoltato Allegri. Il toscano ha, a più riprese, avvertito i suoi: in Italia vince la miglior difesa. E Madama ancora non lo è nei numeri. Due le reti in più subite rispetto alla capolista Napoli. Ma il processo di crescita, secondo lo staff tecnico, deve proseguire su questa falsariga. Blindare la porta. Un’operazione che ha richiesto il cambio di modulo e il (quasi) totale abbandono del 4-2-3-1. L’aggiunta di un centrocampista in più ha portato copertura e ha facilitato il raccordo tra reparti. La trasformazione di Douglas Costa e Bernardeschi in giocatori anche di sacrificio ha completato l’opera. La Juve del dopo Marassi è meno spumeggiante e briosa forse, ma è tornata d’acciaio come voleva Allegri. Basterà per sorpassare il Napoli? Quattro mesi per capire se ritornare alle origini è la cosa giusta per continuare ad alzare trofei. Magari anche di nuovi.

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