Atalanta, troppi pensieri

Posted By on Feb 12, 2018 | 0 comments


di Giorgio Dusi

 

Dopo cinque vittorie consecutive in tutte le competizioni, l’Atalanta non ha vinto lontano da casa. La serie sviluppata tra Genoa, Milano, Napoli, Roma, Reggio Emilia si è fermata sul campo paradossalmente più semplice, quello di Crotone, con un 1-1 che non può accontentare fino in fondo Gasperini. La giornata poteva essere favorevole, ma oltre alle difficoltà della partita sono sopraggiunte distrazioni esterne: pensieri di Europa, per la precisione. Perché giovedì i nerazzurri sono di scena a Dortmund.

Gasperini nelle scelte iniziali ha tenuto conto dell’impegno Europeo. Caldara e Gomez sono rimasti a Bergamo, mentre Freuler è partito dalla panchina. Davanti le due punte pesanti, Cornelius e Petagna. Il più basso in campo era Toloi (185 cm, come Masiello), per una media di formazione di 188 cm. Fisicità come parola chiave, una decisione dettata forse anche dalle condizioni dell’Ezio Scida di Crotone. La pioggia torrenziale aveva reso il campo una piscina ed evidentemente il tecnico della Dea si è fidato soltanto degli uomini fisicamente meglio messi, anche a livello di condizione, per prevenire infortuni.

Una formazione ultra-fisica su un campo complicatissimo: la palla si muoveva con lentezza e spesso finiva per fermarsi. Le condizioni al limite della praticabilità hanno creato più di una difficoltà ai giocatori più tecnici, soprattutto a Josip Iličić, rimasto sotto tono rispetto alle ultime uscite. Senza il rifinitore anche le due punte non hanno brillato, non avendo palloni giocabili e puliti. Non è una casualità che il pareggio di Palomino sia arrivato soltanto su azione da corner. L’esperimento è parzialmente fallito, ma potrebbe essere riproposto in altre situazioni, soprattutto anche con Freuler in campo.

L’assenza dello svizzero, uno degli imprescindibili di Gasperini, ha condizionato il giropalla e l’equilibrio, tanto che ben presto a inizio ripresa è entrato in campo al posto di Petagna. Il Crotone non ha però mollato e un’intuizione di Zenga – che ha aumentato la fisicità in mezzo al campo inserendo Ajeti, professione difensore – ha iniziato a provocare pericoli alla porta nerazzurra. La papera di Berisha ha fatto il resto e condizionato il risultato in maniera indelebile. La trasferta calabrese si è conclusa con un solo punto guadagnato, ma questo all’Atalanta interessava forse relativamente. Perché tra la pioggia, lo schieramento e il lungo viaggio c’è il fattore Dortmund. E a Bergamo in questo momento, per squadra e ambiente, conta più di uno o tre minuti in Serie A…

 

 

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