Promosse e bocciate di Euro Futsal 2018

Posted By on Feb 12, 2018 | 0 comments


Tiziano Villanacci

Il Portogallo campione d’Europa è stato il suggello finale di una manifestazione ricca di grandi sorprese e di intramontabili certezze. Prima storica vittoria per i lusitani, che riscattano la sconfitta per 4-2 patita proprio dalla Spagna ad Euro 2010.

Gli spagnoli però restano coloro che questo trofeo lo hanno vinto più volte: sette in undici edizioni. Il capocannoniere con 7 reti, nonché eletto miglior giocatore del torneo, non poteva che essere Ricardinho, che nell’ultima occasione possibile, vince anche con il suo Portogallo.

Andiamo ora ad analizzare le squadre promosse e bocciate di questa manifestazione.

PROMOSSE

1) Il pubblico sugli spalti. Non  è una squadra ma il vero mattatore di questo torneo è stato il pubblico casalingo e non, sempre presente a sostenere i propri beniamini e caratterizzato da una correttezza che in altri sport sognano. Esempio su tutti gli applausi a scena aperta nel momento in cui Ricardinho esce tra le braccia dei propri medici nel supplementare della finale. Spagnoli, Sloveni e Portoghesi erano un solo volto, quello della gratitudine per tutto quello che sta dando “O Magico” a questo sport. Tanto folclore e un’immensa passione.

2) Portogallo. Non poteva che essere il Portogallo la prima squadra promossa. Percorso netto e prima storica vittoria in un Europeo. Un gruppo che è stato abilissima ad andare oltre il concetto del genio del proprio numero 10 ed il fatto che il gol del 3-2 sia stato siglato senza di lui in campo, fa capire di come Ricardinho davvero credesse cecamente nei suoi compagni. Un movimento che non vede giocatori oriundi alla fase finale e che ha nel suo campionato tutti loro, eccetto Ricardinho, all’Inter Movistar in Spagna. Le vittorie non sono casuali e nascono dalla programmazione. Bruno Coelho e Andre Coelho sugli scudi, il presente ed il futuro di questa nazionale.

3) Kazakistan. Solamente la Spagna ai calci di rigore ha saputo domare i ragazzi di coach Cacau. Sei gol fatti e solo due subiti in un girone dove i kazaki sono arrivati primi, davanti ai campioni russi, che li hanno sconfitti poi nella sfida per il terzo e quarto posto. Il trascinatore della squadra non può che essere Higuita, un nome una certezza. Un portiere universale, capace di giocare il pallone come un calciatore di movimento. Meraviglioso il suo gol alla Spagna con un destro dritto sotto l’incrocio. Ottimo anche Taynan, che ha saltato la prima gara per problemi legati al visto ma poi è stato un leader in campo, al pari di Douglas Jr.

4) Slovenia. Davanti al proprio pubblico i ragazzi di Drobovicnik erano chiamati a dare un qualcosa in più, con tutte le pressioni del caso. Hanno terminato il girone, che li vedeva contrapposti ad Italia e Serbia, in prima posizione, prima di capitolare contro i maestri russi. Ottimo il laterale mancino Vrhovec, forte fisicamente e con un sinistro in grado di poter mettere la palla dove vuole.

 

BOCCIATE

 

1) Italia. La palma della rivelazione in negativo non può che averla l’Italia. Gli azzurri capitolano al girone eliminatorio, non riuscendo a vincere nessuna delle due gare. Pareggiano in extremis contro la Serbia e perdono, dopo essere stati avanti, contro la Slovenia. Un fallimento, visti i valori in campo ed il fatto che nel 2014 l’Italia aveva vinto la manifestazione e che nel 2016 aveva ottenuto un risultato tutt’altro che positivo. Tanti non si sono espressi secondo le proprie possibilità e non c’è mai stata la sensazione di un gruppo ben dentro la partita. Troppi errori tecnici e due gare giocate con poca personalità e cattiveria, un peccato visto che questa Russia non era imbattibile ai quarti.

2) Spagna. Sembra incredibile parlare di bocciature per una squadra che viene da sette trofei su undici e che ha perso solo nell’ultimo minuto del secondo tempo supplementare su tiro libero. Gli iberici però non hanno giocato un grande Europeo e sin dalla prima gara sono apparsi battibili. Ci è andato vicinissimo il Kazakistan, perdendo solo ai rigori, e ci è riuscito un Portogallo che non è stato domato nonostante la Spagna fosse 2-1 avanti e con la possibilità di andare a calciare i tiri liberi. Sedano e Solano croce e delizia, con il primo impreciso ma capace di parare due rigori ai kazaki ed il secondo centro del gioco spagnolo; su di lui però pende l’ingenuo fallo che ha portato Bruno Coelho a calciare il tiro libero della vittoria.

3) Russia. Ancora una volta sono andati vicino al traguardo ma non lo hanno raggiunto. In questa occasione è stato proprio il Portogallo che poi si laureerà campione ad estrometterli dal torneo. Poche idee per i ragazzi di Skorovich, retti da un immenso Zamtaradze in porta e dalla classe di Eder Lima (terzo goleador con 5 reti) e Robinho, con molte più ombre del compagno di reparto. Una squadra che ha bisogno di un ricambio generazionale soprattutto dal punto di vista tecnico, con Eder Lima unico capace di concretizzare le non numerose azioni russe.

Tante sono le immagini o le azioni che ci ricorderemo di questa manifestazione, ma ce n’è una che rimarrà più impressa di altre, il gol di rabona di Ricardinho contro la Romania, nella prima gara del suo Portogallo. Quel gesto, quell’idea e quella realizzazione così perfetta sono la vera essenza di questo sport, il saper rendere facile ed utile una giocata vietata alla gran parte di tutti noi.

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