Benevento fine della corsa

Posted By on Mar 12, 2018 | 0 comments


Francesco Falzarano

Le parole di Roberto De Zerbi alla vigilia del match contro la Fiorentina non avevano fatto presagire nulla di buono e anche se il passo dalle parole al campo poteva sembrare lungo, il Benevento ha confermato le sensazioni della vigilia. I giallorossi all’Artemio Franchi si presentano come vittima sacrificale entrando ed uscendo dal campo tra gli applausi, con la sensazione di aver fatto il proprio compito. “Meglio retrocedere che vincere queste partite”, aveva eclissato Roberto De Zerbi, e tant’è. Nella giornata dedicata a Davide Astori, il Benevento è non pervenuto sul terreno Viola. Impaurito, intimorito, la strega “si concede” alla sconfitta con un primo tempo, innervosente e poco rispettoso, che ha atteso solo la rete di Hugo per il vantaggio dei padroni di casa. Nella ripresa qualcosa cambia, astrattamente, perché il Benevento non punge manca di cattiveria e si francobolla sulle spalle la retrocessione in via ormai ufficiosa. Intendiamoci non abbiamo mai parlato di possibilità concrete di salvezza, ma si sa finche c’è vita c’è speranza. Davanti corrono, il Benevento invece perde pezzi, perde morale e soprattutto non colleziona punti. A fine partita ancora De Zerbi “oggi noi non siamo stati quelli veri,  non siamo dei robot, ma non posso arrabbiarmi. Anche i miei giocatori hanno una coscienza, pensano ed io sono contento così”. Parole quantomeno spiazzanti, siccome sembrava il Benevento ad aver subito il torto più grande dal giudice divino, invece era la Fiorentina, che demoralizzata, sulle gambe e con una condizione psicofisica nulla, ha portato a casa con grande dignità l’intera posta in palio. E se un atteggiamento così remissivo era preventivabile nel primo tempo, nella ripresa il Benevento avrebbe dovuto mordere la partita. Ora va bene così, la strega saluta virtualmente la serie A per demeriti propri, di tutti quelli che hanno partecipato a tale fallimento. 10pt in 27 partite disputato con 0 fatti in trasferta sono una spiegazione più che eloquente. Il problema non sono le circostanze, gli avversari o il VAR, il problema è la squadra che non ha dato nulla ad un pubblico eccezionale anche ieri nell’impianto Fiorentino. E mentre davanti la lotta salvezza è bella solo a guardarla, resta il rimpianto, del “chissà” come sarebbe stata a giocarsela da protagonisti.

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