Troppo forti

Posted By on Mar 12, 2018 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
Troppo Dybala, troppa Juve per l’Udinese. Il 2-0 dell’Allianz Stadium fotografa una gara condotta dall’inizio alla fine dai ragazzi di Allegri. La doppia prodezza dell’argentino regala l’undicesimo successo di fila ai suoi.
All’apparenza un 4-3-3, il modulo di Allegri si trasforma in 4-4-2 con Sturaro largo a sinistra, mentre Douglas Costa si abbassa nel ruolo di esterno destro. La volontà del tecnico è precisa: avvicinare il più possibile agli ultimi sedici metri Paulo Dybala. La Joya infatti giostra a ridosso dell’area friulana. In questo modo ad aver più spazio è Douglas Costa che parte da più lontano, ma sfrutta le sue accelerazioni e velocità nel breve per creare la superiorità numerica. I friulani dal canto loro soffrono la mobilità di Higuain, bravo a creare varchi con la fisicità e l’esperienza del centravanti vecchio stile. Il Pipa spalle alla porta, come in occasione dell’assist per il raddoppio di Dybala, smista i palloni o cerca lo scambio con il compagno di reparto. Samir e , soprattutto, Angella difficilmente trovano l’anticipo su di lui, perchè l’ex Real e Napoli lavora abilmente di fisico.
L’Udinese di Oddo è tutt’altro che arrendevole, ma il pressing alto non sempre porta ai risultati sperati. La Juve esce bene palla al piede e, superata la prima pressione, Barak e Behrami non accorciano con i tempi giusti. Le speranze di Oddo di vincere la battaglia a centrocampo sono vanificate da una Juve compatta e veloce nel rioccupare le posizioni in caso di palla persa. Il suo è un 3-5-1-1 solido, ma privo forse di quel pizzico di fantasia che servirebbe per impensierire Madama. Maxi Lopez infatti non ha punti d’appoggio, se non in Jankto che però non è fine dicitore, ma più uomo di inserimento. E nella ripresa il tecnico pescarese non azzarda la doppia punta, ma avvicenda Maxi con Perica. La Juventus tiene strette le linee e crea densità non solo a metà campo, ma anche sulla propria trequarti. Ad impressionare è la prova di gregari come De Sciglio e Sturaro. La freschezza mentale e fisica delle seconde linee della Signora fa la differenza. Il resto, e che resto, lo fa il ragazzo da Luguna Larga con il dieci sulle spalle e le sue due perle. In entrambi i casi è la precisione a farla da padrone. Millimetrica quella che lo aiuta ad indirizzare la punizione dell’1-0, chirurgica invece in occasione del piazzato del 2-0. Quello che chiude i conti e regala l’undicesimo successo di fila a Madama.

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