Sarri, peggio le risatine che gli insulti

Posted By on Mar 13, 2018 | 0 comments


Giandomenico Tiseo
Non pensavo che si sarebbe ‘acceso’ così. Credo che non si sia reso conto della gravità di quanto ha detto, ma ho apprezzato il modo nel quale si è poi accomiatato perché era sinceramente mortificato. Io mi sono sentita offesa come donna e come professionista. Eravamo in conferenza stampa e non al bar. In quel contesto bisogna stare attenti alle parole. Vale per entrambe le categorie. A proposito, mi hanno profondamente ferita le risatine dei colleghi”. Queste le parole d i Titti, figlia dell’ex bandiera azzurra Gianni Improta, giornalista dell’emittente napoletana Canale 21 e segretaria dell’Ordine de Giornalisti della Campania.
Il caso è noto: le osservazioni dell’allenatore del Napoli Maurizio Sarri a danno della Improta. Sei un donna e pure carina, per questo non ti mando a fare in…”, così tra una risata e uno sberleffo si esprimeva Sarri. Come detto dalla diretta interessata le scuse sono arrivate ma il danno ormai era fatto. Se gli insulti non sono passati inosservati, le risatine di qualcun’altro in conferenza stampa non altrettanto, ad assecondare un modo di fare maleducato con riferimenti sessisti.
Questo, da un certo punto di vista, potrebbe aprire il solito riferimento al difficile rapporto tra donne e pallone: giornaliste notate più per l’aspetto esteriore e calciatrici che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese per l’assenza totale del professionismo. Il trionfo del narcisismo maschile questo mondo del calcio italiano.
Forse il legame può apparire forzato però che la problematica vi sia è lapalissiano. La ghettizzazione delle donne, definite da un ex presidente della LND “Lesbiche non meritevoli di finanziamenti” è un concetto che si allarga a macchia d’olio non soltanto a coloro che vestono calzoncini e scarpette. Un argomento delicato da affrontare con attenzione perché il numero di giornaliste sportive e di calciatrici è sempre decisamente inferiore rispetto ai colleghi maschi.
Le affiliazioni tra club maschile e femminile stanno cambiando le cose ma forse l’investimento dovrebbe partire da basi culturali. La gaffe di Sarri e le reazioni di chi svolgeva altri ruoli dimostrano che c’è ancora tanta strada da fare. Del resto, nella serata dedicata alla memoria del povero Davide Astori, i vaffa..si intonavano senza remore in curva appena un secondo dopo il minuto, per cui non c’è proprio limite al peggio…

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