Padroni

Posted By on Mar 14, 2018 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
E sono dodici, le vittorie consecutive bianconere in campionato. Anche l’Atalanta, nel recupero della ventiseiesima giornata, va al tappeto. Il vantaggio di Madama sul Napoli sale a 4 punti. Insomma la Signora torna al comando delle operazioni, padrona del proprio destino.
Allegri rispolvera il 4-2-3-1 senza rinunciare a nessuno degli attaccanti a disposizione. Gasperini dal canto suo risponde con il solito 3-4-2-1 con Ilicic falso nueve. La gara è priva di particolari sussulti, eppure è viva e vibrante. Merito di un’Atalanta tutt’altro che guardinga e con il baricentro alto, il che mette in difficoltà gli uomini di Allegri per alcuni tratti della gara. La linea di difesa alta permette ai bergamaschi di essere compatti e sporcare più facilmente le linee di passaggio dei padroni di casa. Ancora una volta basta un attimo alla Juve per cambiare le carte in tavola. Merito di un solista come Douglas Costa, l’emblema di quanto pesante ed importante sia nel calcio moderno creare la superiorità numerica. Le accelerate dell’ex Bayern sono così portentose da costringere i centrali di difesa a stringere su di lui per interromperne l’avanzata. Di conseguenza, se non si fa in tempo a commettere fallo, c’è sicuro spazio per suggerimenti alle punte sia in verticale, sia sugli esterni. E se la punta si chiama Gonzalo Higuain il finale della storia è già scritto. Le scelte di Allegri si confermano vincenti, perchè a campo aperto Hateboer e Gosens, i due esterni scelti da Gasp, non riescono a recuperare e per la Juve arriva un insolito, quanto fondamentale, gol in contropiede. I bianconeri lasciano l’iniziativa all’Atalanta, consci di poter contare su una solidità difensiva quasi inscalfibile. I pericoli arrivano da calcio piazzato, non da azione ragionata. La volontà dei nerazzurri di arrivare in porta con fraseggi corti e nello stretto cozza con il muro eretto dai bianconeri. Ad ogni inserimento di Cristante nello spazio corrisponde una copertura di Matuidi, giocatore perfetto per nascondere le ovvie difficoltà in copertura di uomini come Dybala. La Juve resiste anche quando gli ospiti inseriscono il doppio centravanti Petagna-Cornelius, allargando Ilicic e Gomez. Il merito maggiore dei campioni d’Italia in carica è la lettura della partita, allentando il ritmo nel momento di maggior spinta dell’avversario. Ci pensa Dybala, che abbassa il suo raggio d’azione sin fino al cerchio di centrocampo quasi come centrocampista aggiunto, permettendo a Pjanic di trovare un punto d’appoggio vicino e affidabile. La forza della nuova capolista è nelle pieghe della partita, in piccoli dettagli e in un’esuberanza fisica che neanche un’organizzatissima Atalanta può reggere, vedi azione di Chiellini da cui scaturisce il secondo giallo a Mancini. La Juve ne ha di più e i numeri non mentono. Dopo la disfatta di Genova con la Samp, i torinesi hanno incassato una sola rete in quindici gare di Serie A. Uno in 1.350 minuti, recuperi esclusi. Nello stesso periodo il Napoli ne ha subiti 11. Forse è questa la statistica che fotografa meglio il momento del campionato e del perchè la Juve sia tornata, per il momento, ad esserne padrona.

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