La ribalta del calcio italiano

Posted By on Apr 13, 2018 | 0 comments


I maestri della tattica

 

di Giacomo Pariselli

 

Le notti di Champions ci hanno regalato emozioni contrastanti; dall’esultanza liberatoria di Manolas all’Olimpico, passando per il fallo-non fallo di Benatia, fino alle esternazioni di Buffon e Chiellini nel post partita di Madrid. Episodi che hanno suscitato reazioni e opinioni più o meno condivisibili, ma pur sempre episodi. C’è qualcosa, invece, che nell’euforia generale in casa Roma, e nella confusione e rabbia nel caso della Juve, non può e non deve passare inosservata. Ossia il capolavoro compiuto da Di Francesco e Allegri, abili a riportare in voga uno dei punti cardine del calcio all’italiana: la tattica. Si è parlato di favola, di miracolo, o di miracolo mancato nel caso della Juve; niente di più distante dalla realtà. Per compiere imprese sportive del genere occorre una conoscenza calcistica di primissimo livello e una capacità di trasmettere ai calciatori tale conoscenza, a maggior ragione se non si dispone di rose di qualità come quelle di Barcellona e Real Madrid. E con un coefficiente di difficoltà ancora più elevato, se si considerano le condizioni proibitive venutesi a creare dopo i primi novanta minuti. Occorreva essere tatticamente perfetti per arrivare dove non si può con la corsa e il talento. Il capolavoro tattico di Di Francesco e Allegri è stato tutto qui; aver messo in campo due squadre che hanno lasciato agli avversari zero possibilità di sfruttare eventuali errori, annullando di fatto la differenza di valori tecnici. Non ce ne vogliano i tifosi bianconeri, ma in quest’ottica poco importa aver preso un gol su rigore al 93esimo minuto sul punteggio di 0-3 al Bernabeu. In ogni caso questo servirà a minare la fiducia e la consapevolezza di una squadra che si appresta ad affrontare una semifinale di Champions League, sapendo di aver perso in casa 1-3 e non aver probabilmente meritato pienamente di passare il turno. Ma per tornare a guardare in casa nostra, a legittimare la maggiore competenza dei tecnici italiani, c’è un altro termine di paragone. Il City di Guardiola, che era chiamato a realizzare la medesima impresa di Roma e Juventus, è stato spazzato via dal ciclone Liverpool-Klopp, con l’aggravante del più elevato tasso tecnico della squadra di Pep rispetto alle italiane. Schieratisi con un improbabile 3-1-3-3, i Citizens sono la dimostrazione del fatto che inserire più attaccanti non è sinonimo di segnare più gol. Servono equilibrio, distanze e giocatori giusti, che non sono necessariamente i più forti, ma i più funzionali. E poi servono loro, i maestri della tattica, artisti capaci di creare opere d’arte sulle cornici di Champions. Senza peccare di presunzione, è forse il momento di tornare ad essere protagonisti in Europa, con la freschezza della nuova leva di allenatori italiani, milioni degli sceicchi permettendo.

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