Atalanta, stanchezza e assenze

Posted By on Apr 15, 2018 | 0 comments


Giorgio Dusi

Un punto amaro, il terzo stop consecutivo, un’altra giornata in cui la zona Europa rischia di allontanarsi ancora di più. L’Atalanta sta affrontando con tante, troppe difficoltà il periodo più importante della stagione di Serie A. E la partita contro l’Inter, anticipo del sabato sera della trentaduesima giornata, le ha fatte emergere dalla prima all’ultima. Non tanto per lo 0-0 finale, un risultato accettabile contro una squadra di caratura certamente superiore, ma per come la partita si è evoluta: nei novanta minuti infatti la Dea non solo ha avuto un drastico calo fisico, ma anche diverse possibilità di pungere l’Inter. Per questo il risultato rappresenta un rimpianto.

Privo di Iličić e Petagna, rispettivamente per infortunio e per squalifica, Gasperini ha dato una grande chance dal primo minuto a Musa Barrow, gambiano classe 1998 e capocannoniere del campionato Primavera 1 con 23 reti. Il giovane attaccante si era già visto in alcuni spezzoni, mostrando di poter stare tra i pro, sensazione confermata anche dai primi quarantacinque minuti di gioco. La decisione di sostituirlo all’intervallo con Cornelius per avere più pericolosità in area di rigore non ha pagato per la pessima prestazione del danese, dominato da Miranda non solo nel gioco aereo. Con un altro attaccante la gara sarebbe stata interpretata diversamente, date anche le difficoltà di Gomez di incidere.

Il Papu, come spesso capitato nell’ultimo periodo, ha sbagliato occasioni facili, ma in generale la sua partita è stata sufficiente, finché ha avuto fiato per correre. Appena gli è mancato il sostegno dei centrocampisti anche l’argentino è calato. E la mediana nerazzurra è al momento intoccabile: Freuler, Cristante e De Roon non hanno mai avuto grandi occasioni per rifiatare. E anche per questo la difesa dell’Atalanta ha fatto fatica quando i reparti si sono trovati più lunghi. Toloi, Caldara e Masiello hanno giocato una partita intelligente, prima che brillante. Salvando comunque la porta, rimasta inviolata. Ma è una magra consolazione: l’Inter sembrava più che mai vulnerabile e vincere per superare la Fiorentina, almeno per una notte, sarebbe stato importante anche per il morale. Ora la vittoria manca da tre partite: nell’infrasettimanale, a Benevento, servirà ritrovarla.

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