Oltre il muro dell’organizzazione c’è il talento, Juventus-Inter nella pallavolo è Modena-Civitanova

Posted By on Apr 17, 2018 | 0 comments


Di Matteo Quaglini

In questo fine settimana numero 32 del campionato di calcio e in gara 4, a Modena, dei playoff scudetto della pallavolo è venuta fuori, mentre giocavano su campi diversi, una similitudine: Azimut Modena-Civitanova Marche ci è sembrata la più classica delle classiche, Juventus-Inter.

Sì perché Modena nella pallavolo è la Juventus e Civitanova per la sua storia inizialmente un po’ pazza, un po’ naif, un po’ legata a congiunzioni astrali del vorrei vincere ma non riesco, un po’ per le razzie non sempre logiche dei migliori sul mercato è l’Inter, la prima Inter dei Moratti padre e figlio.

La squadra che storicamente, tanto con Angelo quanto con Massimo, acquistava tutti i migliori sul mercato senza vincere però nulla. La prima Macerata fu così, identica. Il meglio senza essere mai una squadra. Così Vullo, Bracci, Geric, Mastrangelo, Nalbert equivalevano a Recoba, Djorkaeff, Vieri, Roberto Carlos, campioni anzi campionissimi, ma gli scudetti durante la lunga rotta chiamata campionato, facevano porto altrove nell’organizzata Modena, nella produttiva Torino.

Modena e Torino due poli capaci di attrarre vittorie e di costruirle in serie, com’è proprio dei grandi. Mentre a Macerata e Milano sul naviglio interista regnavano l’anarchia sì dell’intelligenza, ma anche della follia, a Modena nasceva la Panini la squadra di pallavolo con più scudetti nella storia italiana proprio come la Juventus nel calcio. Due grandi famiglie d’industriali, i Panini e gli Agnelli. Grandi dirigenti da Boniperti a Peia. Grandi allenatori da Anderlini a Velasco, da Trapattoni a Lippi, da Daniele Bagnoli a Fabio Capello.

Una galleria di campioni estesa a tutti i settori della società e naturalmente al campo, con un’idea semplice e tradizionale: i migliori nel miglior posto per organizzazione, per vincere in serie.

La Panini Modena e la Juventus hanno sempre costruito squadre solide e dalla personalità fortissima, entrambe hanno portato nei palazzetti italiani e sui campi i giocatori nazionali, quelli che giocando e vincendo in Italia potevano anche trionfare all’estero.

Col cuore modenese dei Cantagalli, dei Lucchetta, dei Bernardi, nacque la nazionale della generazione dei fenomeni. Col cuore juventino che viaggia da Nord al Sud d’Italia, i Causio, i Cabrini, I Pablito Rossi, gli Scirea, gli Zoff crearono il mito di Spagna ’82 traslata poi nel 2006.Mandzukic vs Inter

Una sfida ideologica prima che tecnica quella tra i costruttori seriali di vittorie e gli anarchici del sogno e del talento, inevitabile. Così hanno giocato ieri, nel tempio come i cultori della pallavolo chiamano il palazzetto di Modena, i padroni di casa e i campioni d’Italia in carica di Civitanova, come avrebbero fatto Juventus contro Inter.

Da una parte l’organizzazione solida della squadra di Stoychev come la miglior Juventus di Trapattoni o quella cannibalesca e mai doma di Allegri e dei suoi campioni, dall’altra il talento tutto d’attacco dei Sokolov, dei Juantorena, dei Sander protesi nell’elevazione a schiacciare forte o di classe la palla.

Così come Ronaldo il fenomeno saltava gli avversari, Maicon correva come un treno lanciato sulla fascia, Milito segnava rapace sotto porta, Corso tirava le sue “foglie morte”, Mazzola creava calcio a metà campo e Samuel come Picchi trasformavano la difesa in un gesto d’attacco.

Organizzazione contro talento. Sempre. Ieri, a Modena, ha vinto Civitanova con un quarto set bellissimo, dove la vittoria è stata prima del talento e poi è passata all’organizzazione, per tornare poi dalla parte della fantasia del colpo risolutore al potere. Azione su azione, palla su palla come nei migliori e più gotici Juventus-Inter.

Quelli di Ronaldo che da solo affronta la difesa campione d’Italia; quelli di Mourinho espulso prima del gol di Marchisio, quelli del gol scudetto di Maicon, quelli di Herrera che non vuole riaffrontare, dopo le controversie della giustizia sportiva che ribalta il risultato del campo, Sivori e Charles e per protesta manda in campo la squadra primavera, quelli da 0-0 come l’ultimo che anche se noiosi sono sempre suggestivi perché qualcosa sembra possa succedere da un momento all’altro.

Civitanova ha battuto Modena, nella pallavolo i valori oggi sono rovesciati: Vince l’idea del talento accorpato mentre l’organizzazione alla “juventina” pur combattendo soffre. Nel calcio, invece, la Juventus non molla e corre forte verso il titolo che all’Inter manca da 8 anni. E’ l’altro tratto di Juventus-Inter quello che rovescia il carattere delle due squadre, che fa vincere l’Inter dopo 18 anni nel 2007 in concomitanza quasi con Macerata campione l’anno prima. Il tratto che accomuna Roberto Mancini a Fefè De Giorgi gli allenatori capaci di battere la Juventus e Modena. Gli allenatori che da giocatori erano talento puro. In fondo è sempre organizzazione contro magia, che sia Juventus-Inter o Modena-Civitanova.

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