Benevento, ad un passo dalla campana, che invece per De Zerbi …

Posted By on Apr 19, 2018 | 0 comments


Francesco Falzarano

Crolla inesorabilmente il Benevento, in casa, contro L’Atalanta che mette a nudo tutte le fragilità giallorosse soprattutto da un punto di vista fisico. Una partita che avrebbe potuto dare la matematica retrocessione già ieri, ma la strega è stata graziata dal pari della Spal e del Crotone. Retrocessione che con ogni probabilità arriverà Sabato, alla “Scala del Calcio” contro il Milan. Partita quella di ieri, già persa in partenza, quando si è letta la formazione. Turnover sbalestrato e totalmente fuori fase quello di Roberto De Zerbi, che “punta”, se così si può dire al match del Meazza, regalando tre punti alla truppa di Gasperini. Già, perché il turnover ci può stare, ma così è un suicidio sportivo, tecnico e tattico. Cambio modulo con difesa basculante da tre a cinque, e dentro Billong, Venuti, Del Pinto, Lombardi e Parigini. Cinque undicesimi diversi, più il cambio modulo inceppano il meccanismo giallorosso, che si sgretola sotto i colpi della Dea.

Ciò che più colpisce sono le scelte, pur sapendo che quella con il Milan è una partita di quelle impossibili, tutti si aspettavano un Benevento che giocasse alla morte il match casalingo con gli uomini migliori. Niente di tutto questo, si pensa al Milan, forse per una buona figura personale ? I più maligni se lo chiedono, i detrattori sguazzano, noi cerchiamo di fare un’analisi lucida. Era ovvio che se un match doveva essere giocato con i migliori era quello del Ciro Vigorito, vista l’impossibilità fisiologica di fare risultato con il Milan. Errori nelle scelte banali, ma che da un punto di vista tecnico-tattico lasciano molto molto perplessi. L’ultima di Billong è stata a Bologna, in una difesa a tre l’ex Maribor è stato “mangiato”da Palacio che ha un passo molto minore rispetto al Papu. E’ quindi inspiegabile la scelta di schierarlo ieri in quella posizione visti i precedenti. Così come Lollo Del Pinto, riserva in B, che nonostante tanto cuore non ha passo e fisico per la serie A. Infine Lombardi e Parigini, fuori fase in tutta la stagione, un autogol schierarli ieri. In più se si affronta il discorso della forma fisica e delle scelte obbligate, crediamo che sia molto più consono lasciare fuori Diabatè con quella stazza che Djuricic, imprescindibile per questa squadra come Sandro. Insomma ieri il tecnico ha palesato tutti i suoi difetti che sono emersi anche in quel di Foggia, quando faceva spettacolo molte partite al fine di pareggiarle o addirittura perderle, e cambiava troppo e spesso in modo eccessivo uomini e moduli.

Ai posteri ardua sentenza ? Ma anche no. Perché la campana per il Benevento suonerà Sabato, con ogni probabilità, campana che forse per Roberto De Zerbi è già suonata. 24 partite giocate, 14pt fatti su 72 a disposizione, con giocatori recuperati nella prima fase ( Ciciretti e D’Alessandro su tutti), e con una squadra rivoluzionata e rinforzata molto a Gennaio, ci si aspettava qualcosa in più. Perché se è vero che il Benevento ha acquisito dignità e raccolto applausi, solo applausi, con Napoli, Inter, Juve. E’ anche vero che ha racimolato un punto tra casa e trasferta con il Sassuolo, zero con il Cagliari, perso a Udine, perso a Genoa, perso in casa con la Spal, annichilito a Bologna e Torino, perso con una Fiorentina a pezzi. Insomma erano queste le occasioni per fare punti, erano queste le occasioni per lottare e credere nella salvezza, e tutte sono state occasioni perse. I numeri non parlano per il tecnico Bresciano, che crediamo avrebbe potuto e dovuto fare molto meglio. Si parli di futuro allora, perché ripartire da De Zerbi ci può stare, ma non come ha detto il Ds Foggia “Dipende da lui”, perché visto lo storico ed i risultati dipende più dal Benevento a nostro modo di vedere.

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