Finale EL: Marsiglia-Atletico, di che pasta è fatta una squadra vincente?

Posted By on Mag 16, 2018 | 0 comments


Giovanni Rosati

Un calice d’argento su un piedistallo di marmo. Questo il trofeo che domani sera verrà alzato al cielo dalla squadra vincitrice dell’Europa League 2017-18. Il primo materiale è simbolo di raffinatezza, limpidezza e brillantezza, ed è affiancato dal secondo, che è invece emblema di solidità, compattezza e affidabilità. È questa la coppa più pesante (ben 15 kg) tra quelle delle competizioni UEFA, una coppa che non può esser sorretta da braccia deboli né da mani insicure. Una coppa la cui conquista richiede uno sforzo intenso e prolungato, ma che, una volta giunti all’apice del tanto atteso climax, concede a chi la alza al cielo un’emozione indescrivibile.

IL DUALISMO – Alle ore 20.45 di stasera, Olympique Marsiglia e Atletico Madrid si contenderanno il privilegio di provare tale sensazione sulla propria pelle. L’argento contro il marmo, la fantasia contro il pragmatismo, la Francia contro la Spagna e perché no, volendo contribuire dall’Italia ad alimentare questo sano antagonismo, la Roma di Rudi Garcia contro la Lazio di Diego Pablo Simeone, ma anche il rosso dei Colchoneros contro l’azzurro dei Les Phocéens.

FATTORE CAMPO: IL PARC OL – Quanto è corretto affermare che questa sera il Marsiglia possa giovare del fattore campo? Sì, perché lo stadio di questa attesissima finale si trova in Francia, più precisamente a Lione, a sole due ore di distanza dalla città natale di Eric Cantona e Zinedine Zidane. Ad ospitare l’ultimo atto sarà infatti il Parc OL, dove la squadra cittadina disputa le proprie partite casalinghe a partire dal 2016, quando ha preso il posto dello Stade de Gerland.

Eppure, per il Marsiglia non è così scontato trarre un vantaggio dall’essere all’interno del territorio nazionale. Da quando è stato inaugurato questo stadio, ad esempio, l’OM non vi ha mai trionfato. Su tre gare disputatevi, il club di Rudi Garcia è riuscito a racimolare solamente la miseria di un punto in un triennio. Il Parc OL, come vuole ricordare il suo nome, è la struttura di casa dell’Olympique Lione, che condivide col Marsiglia la prima metà del proprio nome. Tra le due formazioni si gioca infatti il sentitissimo choc des Olympiques, lo scontro degli Olimpici, o più semplicemente L’Olympico, denominazione che non può che rimandare a El Clasico, ovvero la più aspra e alla stesso tempo spettacolare delle rivalità tra due città calcistiche europee: quella tra la fresca e estrosa Barcellona e la rigorosa e centralista Madrid. Sarà sicuramente più semplice immaginare come potrebbe essere ad esempio un’arma a doppio taglio per il Barcellona disputare una finale di coppa europea nella capitale spagnola pullulante di rivali: ecco, più o meno lo stesso varrà oggi per il Marsiglia.

IL PICCOLO PRINCIPE E IL PICCOLO DIAVOLO – Nativo di Lione come Zidane e Cantona è anche Antoine de Saint-Exupery, celebre autore de Il Piccolo Principe, uno dei più famosi testi letterari del XX secolo. Protagonista del racconto è un bambino un po’ stravagante, magrolino e biondissimo, dai modi bizzarri e una profondità d’animo stupefacente per la sua età. Stravagante, magrolino, biondissimo, con un soprannome così simile eppure così diametralmente opposto, è anche Le Petit Diable, un altro Antoine che è nato a circa 70 km dalla città di Lione, a Charnay-les-Macôn, e che domani scenderà in campo per conquistare contro il suoi connazionali quell’ambito trofeo. Griezmann non sarà il solo giocatore francese a scendere in campo domani in rappresentanza di un club iberico (ci sono anche Gameiro e Lucas Hernandez, che è oltretutto nativo proprio di Marsiglia), ma senza dubbio sarà lui l’osservato speciale della serata, forse la sua ultima in campo europeo con la maglia Rojiblatnca.

Data la vicinanza geografica dal suo paesino, non stupisce scoprire che il piccolo Antoine tifasse Lione durante la propria infanzia, né che decise di fare un provino con le loro giovanili, salvo esser scartato perché fragilino, un po’ come il piccolo principe. Quel che invece in pochi sanno è che fu proprio il Marsiglia la prima cotta di quel bambino dai capelli d’oro, che rimase estasiato al Velodrome durante la partita di Coppa UEFA 1998-99 contro il Bologna di Signori e Mazzone. Lo stesso Marsiglia che stasera la sorte gli ha messo di fronte, ostacolo ultimo che lo separa dalla conquista del suo primo trofeo internazionale.

I CAMMINI EUROPEI – Terzo nel girone di ferro di Champions League dietro a Roma e Chelsea, l’Atletico si è qualificato immediatamente alla fase ad eliminazione diretta della competizione. Più lungo e tortuoso è invece stato il percorso in EL dell’Olympique, che ha avuto più difficoltà del previsto nell’emergere all’interno del Gruppo I, vinto dalla sorpresa Salisburgo. I francesi non hanno avuto vita facile contro Konyaspor e Vitoria Guimaraes, ma una volta raggiunta la qualificazione hanno finalmente ingranato la marcia giusta. Battuti nella doppia sfida sia il Braga che l’Athletic Bilbao, i transalpini hanno eliminato dalla competizione entrambe le squadre di proprietà della Red Bull, riuscendo a prendersi una soddisfacente rivincita contro gli austriaci del Salisburgo, che non avevano mai battuto nei due incontri della fase a gironi. Gli spagnoli hanno invece convincentemente estromesso dalla corsa Copenhagen, Lokomotiv Mosca e Sporting Lisbona prima di pescare in semifinale l’ultimo Arsenal di Wenger (al 249esimo e 250esimo gettone nelle competizioni europee).

La prova di forza più difficile ed emblematica è stata messa in campo dagli uomini di Simeone nella partita dell’Emirates, giocata in 10 per quasi la totalità dei novanta minuti a causa della doppia ammonizione ricevuta da Vrsaljko al 9’. L’Atletico è riuscito a segnare una rete in trasferta pareggiando l’incontro per 1-1 ed ha poi chiuso i conti tra le mura amiche del Wanda Metropolitano battendo i Gunners per 1-0 e guadagnandosi meritatamente la finale di questa sera. Degna di nota, nel cammino europeo del Marsiglia, è invece stata la partita casalinga di ritorno contro il RB Lipsia, vinta per 5-2 dopo aver perso per 1-0 l’andata in Germania.

I PRECEDENTI – Le due squadre si sono affrontate soltanto nella fase a gironi della Champions League 2008-09. Grazie a una vittoria e un pareggio, l’Atletico di Aguero e Forlan riuscì quella volta a qualificarsi come seconda del gruppo dietro al Liverpool, condannando i francesi ad un terzo piazzamento che li costrinse alla “retrocessione” in Coppa UEFA.

La storia delle due squadre in questa competizione è poi piuttosto diversa. Il Marsiglia è stato sconfitto il finale di Coppa UEFA nel 1999 dal Parma e nel 2004 dal Valencia ed è alla ricerca delle sua prima Europa League, mentre è riuscito nel 1993 a conquistare una Champions ai danni del Milan. I Colchoneros sono invece degli habitué delle finali europee da quando Simeone siede sulla loro panchina, ma solo di quelle svolte durante gli anni pari. Vinta l’Europa League al primo anno dall’insediamento del Cholo, il 2012, l’Atletico è infatti stato poi battuto in Champions nel 2014 e nel 2016 dai cugini del Real Madrid e riproverà oggi, nel 2018, ad alzare un trofeo internazionale.

PROBABILI FORMAZIONI – Non dovrebbero esserci sorprese riguardo i sistemi di gioco adottati da Simeone e Garcia, mentre è difficile ipotizzare, se non approssimativamente, i nomi dei singoli interpreti che scenderanno in campo dal primo minuto. Thomas Partey, Juanfran e Vrsaljiko si giocheranno ad esempio una maglia da titolare come terzino destro del 4-4-2 madrileno. Un altro ballottaggio sarà quello tra Gimenez e Savic come compagno di reparto di Godin, mentre non ci dovrebbero essere stravolgimenti negli altri settori, con Griezmann e Costa di punta e Koke, Saul, Gabi e Correa a centrocampo. Rudi Garcia dovrebbe invece privilegiare il recuperato Mandanda tra i pali, favorito su Pelé, mentre sarà interessante vedere chi vestirà il ruolo di centravanti nei francesi tra Germain, N’jie e Mitroglu. Dietro di lui, sarà confermato l’estroso tridente composto da Thauvin, Payet e Ocampos.

Un sicuro assente della partita sarà purtroppo il Cholo Simeone, che sconterà il secondo dei quattro turni di squalifica inflittigli durante la semifinale d’andata contro l’Arsenal. In panchina ci sarà invece il Mono Burgos, suo vice, che a detta dell’ex-Inter e Lazio condivide con lui lo stesso modo di ragionare e vede il calcio, e per questo non ne farà assolutamente sentire la mancanza.

UNA NOTTE ELETTRICA – Il marmo non è soltanto un materiale affidabile per la propria compattezza; il marmo è luminoso, è prezioso, è elegante. L’argento non è solo esteticamente straordinario; certo non sarà l’oro né il piombo, ma l’argento è un materiale più pesante di molti altri, come bronzo, acciaio o ferro. L’Atletico non ha una sola dimensione; sa attaccare, ha fenomenali frecce al suo arco e sa come scoccarle con precisione. Il Marsiglia non sa solo offendere con eleganza; è una squadra di grande tradizione e conosce bene le potenzialità del suo avversario. Ma l’argento è soprattutto il miglior conduttore elettrico tra tutti i metalli. Più del rame, maggiormente diffuso solo per via del minor costo. E stasera non si baderà a spese: per avere la meglio sulla magnifica solidità del marmo, l‘elettricità marsigliese dovrà assolutamente invadere l’intero Parc OL e tutti i sostenitori che accorreranno per una partita che farà la storia dell’Europa League.

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