Giovanni Rosati
Dopo i tentennamenti di Uruguay e Francia e le delusioni di Argentina, Brasile e Germania, si è incominciato a credere che questo potesse essere il Mondiale delle grandi disfatte. Pareva che nessuna delle favorite riuscisse a dominare avversarie tecnicamente inferiori certificando questa superiorità con un punteggio tondo (la Russia partiva come peggiore squadra per Ranking FIFA e, nonostante la prima fascia perché paese ospitante, non può assolutamente esser considerata una favorita). Al quinto giorno di questo Mondiale c’è finalmente riuscito il Belgio con un netto 3-0 rifilato alla debuttante Panama.
I Canaleiros erano alla prima partita della loro storia in una Coppa del Mondo e, nonostante l’impegno, è stato un fattore importante per l’andamento della gara. Un Belgio ricchissimo di talenti era riuscito solamente a scalfire la difesa avversaria nella prima frazione, in particolare con un collo esterno di Mertens che sarebbe finito non molto lontano dall’incrocio dei pali se non ci avesse pensato il portiere Penedo ad alzare in angolo. Nella ripresa, però, i valori tecnici sono stati determinanti.
La rete che ha sbloccato la partita è bella almeno quanto quella siglata da Coutinho contro la Svizzera (e le contenderà il titolo di miglior gol della prima giornata), ma rispetto a quella ha un coefficiente di difficoltà addirittura maggiore. La segna al 47’ proprio Mertens, non nuovo a trasformazioni esaltanti (vedi il quarto gol segnato in Napoli-Torino 5-3 del 18/12/16), calciando al volo da posizione leggermente defilata e incrociando il tiro con un collo pieno.
Il raddoppio del Belgio arriva al 69’ e stavolta il talento in luce è quello di De Bruyne. Hazard gli scarica palla al limite, lui finta il tiro e si sposta la palla verso sinistra, scartando il diretto avversario. A quel punto, il colpo di genio: l’esterno sinistro che mette Lukaku davanti al portiere è telecomandato e l’attaccante dello United non può che spingerlo in rete con la testa. Primo gol e secondo assist sono da libido: tanto basterebbe ad appagare l’umano desidero di bellezza estetica degli spettatori del match, eppure Les Diables Rouges ci aggiungono anche un piccolo quid in più.
Il contropiede lo guida Hazard con una cavalcata centrale, mentre sulla sinistra si defila ancora Lukaku, che viene prontamente servito in verticale. Penedo esce con foga e copre la più ampia porzione dello specchio all’ex-Everton, che sceglie di entrare nel circolo artistico della sua Nazionale e lo scavalca con un tocco sotto talmente morbido da cozzare con l’immagine del suo autore, 191 centimetri per 94 chili.
La prima vittoria convincente di una delle favorite è allo stesso tempo la vittoria esteticamente più bella di questo inizio competizione. La generazione d’oro belga si è approcciata a questo Mondiale nel migliore dei modi e nell’unico in cui gli appassionati di calcio vorrebbero vederla giocare: sfruttando l’esagerato talento concesso ai suoi calciatori per un successo convincente e soprattutto esteticamente straordinario.