Nicola Ciacciarelli
La Colombia inaugura il suo mondiale con il Giappone, in una sfida che può valer già tanto. Obbligatorio non fallire contro l’avversario, forse, più abbordabile del girone. Tutto questo mentre a 11.400 chilometri di distanza, in patria, i colombiani hanno eletto il loro nuovo presidente della repubblica Ivàn Duque.
I Cafeteros si presentano come possibile outsider al torneo russo, ma il CT Pekerman potrebbe fare i conti con un’assenza pesantissima. James Rodriguez è infatti in dubbio per la gara con i nipponici, causa affaticamento muscolare. Probabile che l’ex Real stringa i denti e sia della partita. Nell’ambiente regna l’ottimismo. L’inizio stentato di gran parte delle grandi favorite regala alla Colombia la speranza di potersi inserire tra le pretendenti al titolo. Tanto passa, come detto, dalla sfida con gli uomini di Nishino. Pekerman affiderà alle ali Cuadrado ed Uribe il compito di scardinare sui lati la resistenza giapponese, schierandosi con il classico 4-2-3-1. La fortuna dei colombiani è aver la possibilità di contare su due ottimi recuperatori di palloni come Carlos Sanchez (ex Fiorentina) ed Aguilar. A loro sarà affidato il compito di battagliare in mezzo al campo e far valere i chili in più rispetto ai tre mediani giapponesi. In fase di non possesso Pekerman lascerà il solo Falcao oltre la linea della palla, per non rischiare che i Samurai Blu abbiano la meglio nella zona nevralgica del campo.
Il problema principale della Colombia sarà quello di impostare dalle retrovie. Sia Zapata, che Davinson Sanchez, non hanno piedi educatissmi. Non sarebbe una sorpresa, dunque, vedere un James più arretrato del solito a smistar palloni o cercare il suggerimento per Falcao. Alla punta del Monaco sono affidate le speranze realizzative de Los Cafeteros, non particolarmente incisivi sotto porta durante le qualificazioni: 21 reti in 18 partite. Bottino magro se si considera che quattro anni prima i colombiani avevano realizzato 6 gol in più con due partite in meno.