Nicola Ciacciarelli
Inizio da incubo per la Colombia che perde con il Giappone all’esordio e vede fortemente a rischio il suo proseguio al Mondiale. Pesa come un macigno l’espulsione al 5′ di Carlos Sanchez, che direziona inevitabilmente la gara dalla parte dei giapponesi. Aggiungete qualche decisione discutibile di Pekerman e la frittata è completa.
Il rosso costringe l’argentino a rivedere i propri piani ed il 4-2-3-1 diventa un 4-4-1 con Cuadrado ed Izquierdo larghi sulla linea di centrocampo, mentre è Quintero ad abbassarsi vicino a Lerma. I Cafeteros, nonostante lo svantaggio, aspettano senza farsi spazientire dal possesso palla giapponese. L’1-1 arriva prima della chiusura della prima frazione e tutto sommato il risultato sembra un affare per i sudamericani. La Colombia crea poco, anche perchè Cuadrado non supera mai l’uomo e viene sostituito da Barrios, e si fa vedere solo su calcio piazzato. Se nell’immediato l’ingresso del centrocampista del Boca fornisce maggior equilibrio, alla lunga la perdita del bianconero costerà caro. L’ex viola è infatti l’unico che avrebbe potuto sfruttare gli spazi concessi dal Giappone nella ripresa e spezzare così l’assedio nipponico.
Pekerman punta sull’ingresso dell’acciaccato James Rodriguez e la mossa non è delle più felici. Il giocatore del Bayern gira a vuoto e non è adatto ad una partita di contenimento come quella obbligata a fare la Colombia. Il risultato è che i colombiani perdono un uomo a centrocampo e per i Samurai Blu è più semplice scavalcare la mediana. Anche perchè gli uomini di Nishino sfruttano l’ampiezza del campo e con azioni di stampo pallanuotistico aspettano il varco giusto per affondare. La mira sballata degli asiatici consente alla Colombia di resistere fino ad un quarto d’ora dalla fine, prima di subire rete da angolo firmato Osako. La punta del Werder fa impazzire i centrali Davinson Sanchez e Murillo, mai capaci di prendergli le misure. L’errore dei difensori è quello di cercare troppo spesso l’anticipo, sopravvalutando le loro capacità fisiche. La squadra di Pekerman chiude in grosso affanno, pagando un conto salatissimo per l’esser rimasta immediatamente in 10. Ad aumentare la confusione ci pensa il tecnico di Villa Dominguèz con l’ingresso azzardato di Bacca, non per Falcao, ma per l’esterno Izquierdo. Il tutto meno 180 secondi prima del 2-1 giapponese. L’ex Milan imita nei movimenti El TIgre e non sembra a suo agio nel ruolo di rifinitore. La squadra è scollegata e, causa stanchezza, fatica nel recupero palla. Con un diligente possesso gli uomini di Nishino nascondono all’avversario la sfera nella parte conclusiva di gara. E l’esordio da incubo è completo.