Giacomo Spadoni
Ci sono tante storie in una partita e ci sono partite che fanno la storia.
Ci sono partite che passano alla storia perché segnate da un gesto beffardo, da uno scherzo del destino, da un evento inusuale che lascia tutti a bocca aperta. Ce ne sono altre invece che vengono ricordate perché hanno dato vita ad uno dei gol più belli di sempre. Ma non c’è nessuna partita dove sono accadute queste due cose insieme. Nessuna. Tranne Argentina-Inghilterra del 1986.
Argentina-Inghilterra è diventata una partita talmente famosa che la gente quasi non sa per cosa ricordarla. E’ stata talmente straordinaria che, se fermate qualcuno per le strade di Buenos Aires e gli chiedete di quella partita, troverete alcuni che risponderanno “Mano de Dios!”, altri invece “Gol Del Siglo!”, come fossero due partite diverse: una ricordata per il gesto più controverso della storia del calcio, l’altra dal gol più bello mai segnato.
Solo una persona poteva riuscire a unire tutto questo e a sublimarlo in 90′ minuti destinati ad entrare nell’immaginario collettivo, ed è ovviamente Diego Maradona. E lo ha fatto sul palcoscenico più prestigioso, quello di un quarto di finale di un mondiale.
Nel 1986 la rivalità tra Argentina e Inghilterra valica i confini del campo e si lega a fatti di politica. I due paesi sono stati protagonisti, quattro anni prima, di una sanguinosa guerra nelle isole Falkland, quindi la tensione prima di quella partita non è la normale agitazione pre-gara: c’è in ballo di più. Non è solo l’accesso alle semifinali che gli argentini cercano, hanno voglia di revancha, di rivincita, vogliono difendere il loro Paese e vendicarsi con gli odiati inglesi. Non gli basta vincere, vogliono umiliarli.
Solo questo contesto può spiegare cosa successe in campo quel 22 giugno 1986. Solo così possiamo capire quanto Maradona tenesse a questa partita, quanto volesse deciderla lui, quanto volesse mettere la sua firma su una partita che era più di una partita, lui che era più di un giocatore.
Allora ecco come gli è venuto in mente di avventarsi su una palla alta, andarla a colpire col pugno – incredibilmente senza farsi notare da arbitro e guardalinee – anticipare il portiere e fare l’1-0. Ecco allora come mai 5 minuti dopo decide di consegnarsi alla storia, partendo da metà campo e dribblando tutti gli avversari –portiere compreso- per mettere il sigillo su una vittoria storica.
Quella partita servì agli argentini per dare una lezione agli inglesi, servì all’ Argentina per vincere il mondiale, e all’Argentino per affermarsi come icona pop del mondo del calcio.
Ci sono tante storie in una partita. Questa partita ha fatto la storia.