Francesco Morasso
La seconda giornata del Girone E del Mondiale 2018 di Russia vede in scena alle 14 al Saint-Petersburg Stadium di San Pietroburgo il Brasile, chiamato a riscattare la frenata contro la Svizzera provando a battere la Costa Rica, reduce dal ko patito per mano della Serbia.
Aria di rivincita per entrambe le contendenti: i verdeoro, in particolare, inseguono una vittoria scaccia critiche.
Il Brasile non è riuscito a vincere la prima partita del Mondiale: contro la Svizzera ha pareggiato 1-1. Per la qualificazione agli ottavi di finale è a questo punto indispensabile vincere contro la Costarica , che ha perso 1-0 contro la Serbia. Pur pareggiando il Brasile ha confermato di essere una squadra molto quadrata, a cui fare gol è molto difficile, e con attaccanti di grande talento.
La Costarica ha perso 1-0 contro la Serbia una partita in cui ha badato più che altro a difendere senza riuscire a essere particolarmente pericolosa in attacco, se non nei primi minuti. Keylor Navas ha subìto un solo gol, su un calcio di punizione potente e preciso di Kolarov, ma la Serbia ha sbagliato almeno altre tre chiare occasioni da gol, in particolare con Mitrovic. La partita sarebbe potuta finire anche con il risultato di 2-0 o 3-0, e nessuno lo avrebbe trovato eccessivo.
Il commissario tecnico della Costarica Oscar Ramirez manderà in campo, come già fatto con la Serbia, una formazione molto difensiva. Il modulo di gioco sarà il 5-4-1. A guidare la difesa dovrebbe essere il calciatore del Bologna Giancarlo Gonzalez, con gli altri due centrali Duarte e Acosta, più Gamboa e Calvo sulle fasce. Borges e Guzman saranno i mediani che dovranno assicurare una ulteriore copertura alla difesa. La fase offensiva dipenderà per gran parte dai trequartisti Bolanos e Bryan Ruiz e dall’attaccante Joel Campbell. Rispetto alla prima partita, Campbell sarà titolare. Probabilmente Ramirez proverà a sfruttare la sua velocità in contropiede, unica tattica possibile visto il divario tecnico col Brasile.
In effetti, miglior avversario per il Brasile di Tite non poteva arrivare per dare una svolta al Mondiale: in 10 precedenti contro la Costa Rica, i verdeoro hanno vinto in 9 occasioni, perdendo solo in un’amichevole del 1960. Parlando nello specifico del torneo iridato, gli incroci tra queste due Nazionali sono due, con il medesimo esito: 1-0 nel 1990 – primo ko di sempre della Costa Rica in un Mondiale – e 5-2 nel 2002. I pronostici insomma spingono i verdeoro verso il successo, ma i mugugni in patria non aiutano a distendere gli animi per una Nazionale che, in caso di mancata vittoria contro la Costa Rica, scriverebbe la peggiore striscia iridata più lunga di partite senza un successo dal 1978. Uno scenario da evitare per Gabriel Jesus e compagni: con un Neymar ancora lontano dalla migliore condizione, la punta del Manchester City, capocannoniere con 7 gol del percorso di qualificazione al Mondiale del Brasile, sembra l’uomo della provvidenza per il ct Tite.
Eppure, il castello difensivo della Costa Rica contro la Serbia ha retto abbastanza bene. Il problema atavico della Nazionale di Oscar Ramirez è la fase offensiva: basti pensare che degli ultimi 31 tiri effettuati nella fase finale, la Costa Rica ne ha trasformato in gol solo uno. La prova abulica contro la Serbia di Marco Urena prima e Joel Campbell poi (7 palloni in due giocati nell’area di rigore avversaria) sono una valida testimonianza delle carenze in avanti della Nazionale di Ramirez, che può sperare solo nella ritrovata vena di Bryan Ruiz, l’uomo che ha più gol in canna dell’intera formazione avendone già siglati 24 con la rappresentativa centroamericana.
Non cambia dunque ne modulo ne disposizione tattica Oscar Ramirez, che continua a puntare su una linea difensiva molto massiccia e sistematici tentativi di contropiede. Ci saranno quindi, come detto, addirittura cinque calciatori davanti al portiere Keylor Navas del Real Madrid. Due soli cambi quindi previsti rispetto alla prima gara persa contro la Serbia. Campbell e Bolanos, all’esordio, entrarono al posto di Urena e Venegas e questa volta dovrebbero partire titolari al loro posto.
Con questo undici i Caraibici tentano l’impresa.