Vincenzo Boscaino
È una vittoria che fa rumore. È una vittoria che vale molto più dei tre punti e della qualificazione, è un manifesto di bellezza e superiorità, di forza ed eleganza. La Croazia ha demolito l’Argentina e ha messo il suo nome di fianco alle pretendenti della coppa. La Croazia fa paura a tutti.
Il 3 a 0 non riesce minimamente a riassumere il senso di completezza che si è visto nei novanta minuti. Rakitic e Modric sarebbero titolari in tutti i centrocampo delle altre nazionali, e la solidità difensiva mostrata dai Croati è la migliore vista tra le 32 squadre. Zero gol subiti, nel girone dell’Argentina. Alzi le mani chi avrebbe scommesso anche un euro.
Nel momento della riflessione, però, la Croazia non può essere considerata una sorpresa. Gli ingredienti ci sono tutti, e Dalic è stato abilissimo nel combinarli insieme. Un gruppo che si conosce da tempo, giocatori in top club europei ed un condottiero dallo smisurato talento: Modric. Il centrocampista del Real Madrid potrà non vincere il pallone d’oro, ma ad oggi si contano sulle dita di una mano giocatori più decisivi di lui. Si prende le responsabilità quando lo richiede la situazione, aiuta i compagni quando si paventa all’orizzonte un problema e risolve le partite con gol cineteca come ieri sera. Modric è bello perché unico.
Adesso resta da capire se si arriva agli ottavi da primi o da secondi. Resta da capire se c’è una continuità di prestazioni e risultati, se c’è linfa per il sogno. Sembra essere arrivato il momento di buttarsi alle spalle l’etichetta di belli e perdenti, di inaffidabili nei momenti chiave. Sembra che sia cambiato qualcosa, una rottura con il passato.
Oggi, sognare la coppa, è un po’ più facile