Giappone, ci pensa Honda

Posted By on Giu 25, 2018 | 0 comments


Giandomenico Tiseo

Se qualcuno avesse avuto bisogno di ridestarsi per qualche motivo, il confronto a Ekaterinburg avrà certamente soddisfatto: Giappone-Senegal 2-2, partita molto divertente, ricca di emozioni ed anche di tanti errori da una parte e dell’altra. Un pareggio che proietta entrambe le squadre in vetta al gruppo H dei Mondiali 2018, anche se l’ultimo turno sarà decisivo per stabilire chi andrà agli ottavi di finale. La vittoria della Colombia contro la Polonia, infatti, ha portato ad una situazione di grande incertezza.

Tornando al match, in casa nipponica, Nishino dà seguito al proprio credo tattico: 4-2-3-1 con Haraguchi, Kagawa ed Inui ad inventare calcio alle spalle dell’unica punta Osako. Non ha grande fisicità la compagine nipponica e gli scontri a centrocampo, contro i senegalesi, sono spesso vinti dalla formazione africana. In particolare Mané e Sarr creano qualche problema a Sakai e Nagatomo, in fase di copertura. E’ proprio in una di queste azioni che il Paese del Sol Levante subisce il primo gol: Wagué crossa dalla destra, la respinta della retroguardia giapponese non è perfetta, Sabaly tira verso la porta ed il maldestro intervento di Kawashima favorisce la deviazione di Mané che realizza. Il Giappone non si scoraggia e, di minuto in minuto, guadagna campo ed è soprattutto Nagatomo a farsi vedere pimpante. E’ proprio l’ex calciatore dell’Inter a ispirare il gol di Inui, dalla sinistra, poi il tiro a giro del numero quattordici è una primizia.

Nella ripresa i nipponici spingono, forti del loro possesso palla, grazie all’ottimo lavoro di Haraguchi e di Inui. Il n.8 lascia partire un cross al bacio, dalla destra, che Osako deve solo depositare in rete. L’errore della punta centrale è clamoroso. Poco dopo, il centravanti prova a riscattarsi e di tacco ispira il “motorino” con il n.14, la cui conclusione coglie in pieno l’incrocio dei pali.

Sembra che il gol in casa asiatica debba arrivare da un momento all’altro, la squadra è convinta dei propri mezzi e la palla viaggia velocemente da una parte all’altra del campo. Sfortunatamente, la compagine di Nishino non è attenta in fase difensiva come si dovrebbe e la realizzazione di Wagué, tra chiusure mancate e dimenticanze, è un po’ la logica conseguenza.

Da qualche minuto, però,c’è sul rettangolo di gioco Keisuke Honda, uno che in Italia abbiamo conosciuto per aver vestito la maglia prestigiosa del Milan. Ebbene, il calciatore giapponese con più storia non delude, sfruttando un gentile regalo della retroguardia senegalese. L’occasione è ghiotta, l’uscita di N’Diaye scriteriata, ed il gol vale al calciatore il titolo di miglior marcatore asiatico nella storia dei Mondiali, con quatto reti in nove presenze nella competizione. Può bastare così e contro la Polonia, già eliminata, ci si giocherà la qualificazione.

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