Giorgio Dusi
La Corea del Sud ha ancora una flebile speranza di far strada nel Mondiale. Sembra incredibile, ma nonostante le prime due sconfitte la classifica offre un ultimo appiglio alla squadra di Shin. Il girone F vede a tre punti Germania e Svezia e il Messico a sei, e all’ultima giornata la Corea deve affrontare la Germania. In caso di vittoria e di contemporanea sconfitta della Svezia, la differenza reti farebbe la differenza. Al momento la Germania e la Svezia sono a 0, con due gol all’attivo. La Corea a -2, con un solo gol segnato.
Battendo 2-0 la Germania, si avvererebbe il miracolo, a patto che la Svezia non faccia punti. Un’impresa titanica, ma nel mondiale in cui tutto sembra possibile i coreani sono obbligati a crederci, con un occhio attento anche alla differenza reti nella classifica avulsa, altra discriminante in caso di arrivo a pari punti.
La strategia migliore per affrontare la gara, oltre ai numeri invertiti che hanno fatto storia, sembra quella adottata anche dal Messico, con Son uomo chiave per lanciare le ripartenze e mettere in difficoltà la difesa della Germania, che recupera Hummels ma non ha ancora convinto fino in fondo. Provare ad allungare in velocità, con tanti uomini, senza farsi schiacciare. Una sorta di partita perfetta, in tutti i reparti. La difesa in questo senso non rassicura, visti i precedenti. Ma mai dire mai.
C’è anche un altro elemento, questa volta extra-campo, che spinge la Corea a volere il miracolo: la leva obbligatoria imposta dal paese. Tanti protagonisti, tra cui la stella del Tottenham Heung-min Son, sarebbero richiamati nel paese per prestare servizio militare. 21 mesi, per “mancati meriti sportivi”, un incubo per uno dei calciatori più interessanti della Premier League e nel pieno della sua carriera. Un freno obbligato, che può essere alzato, per ora, soltanto da un’impresa storica. E cosa meglio di eliminare a un Mondiale i campioni in carica?