Inghilterra-Belgio: la forza degli inglesi sta nei giocatori

Posted By on Giu 28, 2018 | 0 comments


Di Matteo Quaglini

Doveva essere la partita degli attacchi contro le difese, così per misurarsi un po’ prima delle grandi battaglie campali degli ottavi. Sarà, invece, solo in parte la gara del pugno su pugno se volessimo parlare in termini pugilistici o del palla su palla se preferissimo usare uno slogan pallavolistico.

Il motivo è semplice: sta nel turnover che tanto Soutgate quanto Roberto Martinez opereranno stasera a kaliningrad. I principi per entrambi gli allenatori sono gli stessi, salvaguardare i giocatori diffidati da un’ammonizione che li taglierebbe fuori dalla prima gara ad eliminazione diretta e dare spazio a quelli che finora hanno giocato meno.

L’idea non quella del contentino, ma dell’impiego di tutte le forze in un torneo corto e dispendioso di energie mentali come il mondiale. E’ calcio moderno. E’ la mentalità del football degli anni 2000. Nei mondiali precedenti, soprattutto quelli fino alla fine degli anni 90, il concetto della formazione base permaneva per la totalità delle partite. Contavano i cambi durante le gare o le intuizioni di un ingresso in corsa di uno specifico giocatore che modificava l’assetto della formazione dando magari anche soluzioni nuove e vincenti. L’Italia in questo senso è stata maestra ogni qual volta ha vinto un mondiale, basti pensare all’ingresso di Ferraris IV al mondiale 1934 o di Colaussi in quello del 1938 o ancora a quello di Oriali a Spagna 82, tuti seppur in ruoli diversi equilibratori nuovi e decisivi di una squadra costruita diversamente in partenza.

Ecco il calcio moderno non prevede l’intuizione, il cambio unico, prevede viceversa i cambi o meglio le cosiddette rotazioni. Allora c’è da chiedersi perché Inghilterra e Belgio cambiano 7/8 giocatori stasera? Scartata l’ipotesi dei contentini, troviamo i veri motivi. Prima di tutto i diffidati vanno preservati dal pendolo, alla Edgard Poe, della fatale ammonizione. Quindi Walker e Loftus-Cheek per gli inglesi, De Bruyne, Vertonghen, Meunier, staranno a guardare dalla panchina.

Dopo il tema diffida subentra quello degli acciacchi: Lukaku, il talentuoso Hazard e Mertens hanno tutti e tre problemi fisici distribuiti tra caviglie, contusioni e polpacci. Il recupero fisico nello sport è importante ed è determinate come quello mentale. Se non c’è rendimento fisico, forza e fluidità nei muscoli anche il gesto tecnico ne risente. E anche la mente, come sostengono i migliori allenatori europei, contribuisce se sgombra a recuperare meglio. Risparmiare le forze, questo è l’imperativo in vista degli ottavi.

Infine c’è un altro motivo più complesso per dirla con una famosa battuta di Poirot in Assassinio sull’Oriente Express, il coinvolgimento di tutti affinché tutti, nel momento decisivo, siano pronti a giocare anche solo i cinque minuti più importanti.

Così da una parte l’Inghilterra conferma il modulo 3-5-2 perché quando si cambiano sette undicesimi della squadra serve sempre una struttura conosciuta da tutti per agevolare l’inserimento dei nuovi, dall’altra fa lo stesso il Belgio: 3-4-3 come nelle precedenti gare con Tunisia e Panama e cambi in tutti i settori del campo.

Con la stessa struttura i movimenti sono gli stessi, gli schemi anche, gli interscambi interni pure, quindi contano i giocatori e la loro interpretazione tattica individuale.

Queste rotazioni cambieranno l’idea della partita, di attacchi contro difese, che avremmo visto con la difesa titolare dell’Inghilterra e l’attacco titolare del Belgio. Per tanto l’attenzione dovrà essere rivolta ai subentranti per capire il loro eventuale apporto nei minuti decisivi delle gare finali.GironeG2

Per l’Inghilterra sarà importante verificare Rashford e gli esterni di centrocampo. L’attaccante del Manchester United potrebbe essere quel giocatore che entra e cambia l’assetto in questo caso dell’attacco per renderlo ancora più forte sotto porta. Alexander-Arnold  e Rose che sostituiscono Young e Tripper, saranno importanti per capire quanto l’Inghilterra stia maturando sul piano dell’organizzazione. Le squadre organizzate non risentono dei cambi, e li assorbono e macinano il loro gioco come sempre: allo stesso passo, con lo stesso ritmo, con i movimenti inalterati.

Tra tutti cambi complessivi questi tre dell’Inghilterra sembrano essere i più importanti. Soutgate

In un mondiale dove la Germania campione del mondo esce per via di disorganizzazione  e beghe interne, dove l’Argentina si auto gestisce, dove la Francia non incanta, l’organizzazione e la rotazione dei giocatori, il loro coinvolgimento in una mentalità da “Ultimo minuto” e “Dodicesimo uomo” possono essere gli assi nella manica di Garet Soutgate. Che in quel caso diventerebbe come Alf Ramsey, l’allenatore del 1966 che divenne “Sir”.

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