Giovanni Rosati
A punire questa Serbia è principalmente il secondo tempo della partita contro la Svizzera. Un calo di tensione che ha portato la selezione del ct Krstajic non solo a perdere quel match, ma anche la qualificazione agli ottavi di finale, fino al 45’ in cassaforte. Troppo difficile vedere due clamorose eliminazioni nello stesso giorno e, dopo l’uscita dai giochi della Germania, il Brasile ha invece fatto il suo dovere.
Le reti – Il vantaggio della Selecao è propiziato da eccezionali giocate individuali di due compagni di squadra al Barcellona. Paulinho vede aprirsi lo spazio tra Veljkovic e Kolarov e ci si catapulta senza pensarci due volte, Coutinho lo vede e decide di diventare il primo giocatore di questo Mondiale ad aver partecipato (con gol o assist) ad almeno una rete in tutte e tre le partite del girone. Il lancio in verticale è al bacio, Paulinho lascia rimbalzare il pallone e poi col destro ne alza la traiettoria quanto basta per battere Stojkovic in uscita. Il primo gol è pura armonia blaugrana.
Il raddoppio è un deciso colpo di grazia. È il difetto dei cattivi dei cartoni animati o dei film di supereroi, quello di non “finire” il proprio avversario, che puntualmente ritrova le forze in un secondo momento per sferrare il suo attacco decisivo. In ottica serba forse il Brasile sarà anche il cattivo, ma di sicuro è più sveglio dell’immaginario collettivo. Il colpo di testa di Thiago Silva su calcio d’angolo chiude i conti e rispedisce a casa la Nazionale slava senza alcun diritto di replica.
La delusione – Dopo aver saltato l’edizione 2014, la Serbia è stata a un passo dalla qualificazione e ha poi nuovamente difettato nel momento decisivo. La delusione sta nel non aver vinto ancora una volta il pregiudizio sui calciatori slavi, talentuosi ma incostanti e fragili psicologicamente. Emblematiche in questo senso sono state le prestazioni durante l’intera competizione di Ljajic, che ha mostrato la propria pasta solo a targhe alterne, e di Milinkovic, che ha invece davvero giganteggiato nella prima metà della competizione per poi defilarsi sino quasi a scomparire nella seconda.
Il secondo piazzamento nel Gruppo E li avrebbe condotti ad affrontare agli ottavi la Svezia, solida ma certamente lontana dall’essere favorita per la vittoria. Al loro posto ci sarà invece la Svizzera, che ha meritato la qualificazione ribaltando la partita contro gli slavi e costringendo al pari il Brasile nella gara d’esordio. La Serbia questi ottavi li ha sfiorati e per questo, si sa, abbandonarli farà ancora più male.