Giacomo Spadoni
Ogni tifoso italiano ha la sua Italia-Germania. Per i più grandi è il 4-3 del 1970, per altri la finale del 1982. Per i ragazzi della mia generazione Italia-Germania è solo e soltanto quella del 4 Luglio 2006, la semifinale di Dortmund del mondiale tedesco.
Quando penso alla Nazionale, quella partita è LA partita. Una semifinale di un mondiale vinta contro i padroni di casa. Vinta in quel modo poi. La partita che ha consacrato il mito di Fabio Grosso ancora prima che calciasse il rigore decisivo a Berlino, la partita che ricorderemo tutti per l’impresa dell’altro Fabio, Cannavaro, su cui sono rimbalzati, inerti, i giocatori tedeschi per 120 minuti.
Una partita a cui si è arrivati con la tensione che una semifinale mondiale merita, ma che gli azzurri hanno interpretato benissimo. Contro una Germania forte ma non imbattibile, è vero, che però poteva contare sul proprio pubblico e sul fortino del Westfalenstadion, dove non avevano mai perso. Ci hanno provato pure con la scaramanzia, sfoderando il loro bunker più impenetrabile, perchè sapevano di aver sempre perso contro di noi. Ma non è bastato.
Una partita bellissima, ricca di occasioni per entrambe le squadre, ma che abbiamo meritato di vincere noi. Dopo i primi 90’ minuti equilibrati, la gara si avvia verso i supplementari. Qui esce fuori l’Italia, che prende in mano il pallino del gioco e si rende pericolosa di fronte a Lehmann. Prima Gilardino, dopo un’azione solitaria, colpisce il palo; un minuto dopo sugli sviluppi di un calcio d’angolo Zambrotta spacca la traversa. La fortuna non sembra dalla nostra parte, e allo scadere dei 120 minuti la partita appare destinata ai rigori.
Però c’è ancora un calcio d’angolo. Non lo batte Pirlo, tocca a Del Piero, mentre lui si posiziona al limite dell’area, indisturbato. Del Piero la mette in mezzo, un difensore respinge e la palla finisce proprio sui piedi di Pirlo. Il regista azzurro difende il pallone, attrae a sé 3 difensori tedeschi, e, mentre sembra che ormai abbia perso palla, riesce a farla passare tra i giocatori avversari pescando Grosso, libero in mezzo all’area. Il terzino lascia partire il sinistro e insacca sul secondo palo. 1-0. Come Tardelli nell’82, Grosso corre incredulo, rincorso dai compagni che lo sommergono. Siamo al 119’, sembra finalmente finita, ma c’è tempo per il sigillo finale. Dopo un doppio recupero di Cannavaro, parte il contropiede con Totti che lancia Gilardino. Dalle retrovie accorre velocissimo Del Piero, che chiama il passaggio al compagno. Gilardino lo serve e Del Piero segna il 2-0. Siamo in finale, ci vediamo a Berlino.