Belgio, col Brasile si è scritta la storia: per la seconda volta sarà semifinale

Posted By on Lug 7, 2018 | 0 comments


Giovanni Rosati

Il Belgio ha battuto per 1-2 il Brasile nei quarti di finale di Russia 2018 e si è qualificato per la prima semifinale, dove incontrerà la Francia di Deschamps. All’autorete di Fernandinho al 17’ si è andata ad aggiungere sempre nella prima frazione la prima marcatura del torneo per De Bruyne, mentre nella ripresa i verdeoro sono riusciti ad accorciare le distanze al 76’ con Renato Augusto (subentrato da 3 minuti), ma non a trovare il pari. A San Pietroburgo ci andrà il Belgio, e lo farà meritatamente.

Vittoria da record – Un record battuto, uno rafforzato ed un altro eguagliato ieri in Brasile-Belgio e tutti e tre fanno sorridere Les Diables Rouges più di quanto non rallegrino la Seleçao.

Quello battuto appartiene individualmente a Eden Hazard, trascinatore della propria selezione ed autore di una partita di primissimo livello. L’attaccante del Chelsea, secondo dati Opta, ha infatti ieri completato il 100% dei dieci dribbling tentati nel corso della gara. Non è il primo calciatore ad aver trovato l’en plein in una partita della Coppa del Mondo, ma tra gli altri è quello che lo ha fatto collezionando il maggior numero di dribbling totali – appunto dieci.

Quello rafforzato è il record di autogol messi a segno in un’unica edizione del Mondiale. La statistica, che anche stavolta sorride al Belgio, è ancora più scioccante della precedente. Sono infatti ben undici le autoreti realizzate in Russia, quasi il doppio di Francia ’98 che, a quota sei, deteneva finora questo singolare primato. L’undicesima l’ha siglata il brasiliano Fernandinho proprio ieri, sbloccando la gara e ponendola sui binari giusti per i belgi.

Il record eguagliato ha invece valore collettivo, o piuttosto nazionale. Quella di martedì prossimo sarà infatti la seconda semifinale della storia del Belgio. La prima ha avuto luogo durante Messico ’86, quando la selezione fu sconfitta dall’Argentina di Maradona e poi anche nella finalina per il terzo posto dalla Francia di Platini (che non giocò) nei tempi supplementari.

Proprio i transalpini saranno dall’altra parte del campo martedì, ma il loro posto in finale non potrà esser preso dalla già eliminata Argentina. Forte di questa differenza con l’edizione di 32 anni fa, il Belgio proverà a cambiare anche il risultato della sua semifinale per avere per la prima volta la possibilità di alzare al cielo la coppa più ambita.

Mondiale europeo – L’estromissione dalla competizione del Brasile, dopo quella di poche ore prima dell’Uruguay ha ufficialmente reso il Mondiale di Russia 2018 la quinta edizione della storia con un dominatore europeo dopo quelle ’34, ’66, ’82 e ‘06. Se dalla prima metà del tabellone sono infatti uscite vincitrici proprio Belgio e Francia, dall’altra parte arriverà una tra Inghilterra e Svezia e una tra Croazia e Russia.

Chiavi tattiche – Nel pezzo pre-partita di questa gara avevamo ipotizzato quali potessero essere alcune delle chiavi tattiche che avrebbero deciso l’incontro. Se due su quattro sono state invalidate o comunque complicate dalla mossa di Martínez, che ha schierato De Bruyne in posizione più avanzata per dare sostanza al centrocampo con l’inserimento di Fellaini, le altre due si sono rivelate piuttosto azzeccate.

Una giaceva nel confronto diretto sulla fascia tra l’ala sinistra belga Hazard e il terzino destro brasiliano Fagner, rivelatosi un marcatore troppo poco abile per contenere il grande estro dell’attaccante del Chelsea. Hazard è stato uno dei migliori in campo, ha collezionato i dieci dribbling riusciti di cui abbiamo parlato e molti di essi hanno lasciato di sasso proprio il giocatore del Corinthians. Difficilmente condivisibile la scelta tattica presa ieri sera da ct verdeoro Tite, che ha fatto alzare con frequenza Marcelo sulla sinistra, ma ha bloccato per lunghi tratti Fagner sull’out opposto a formare quasi costantemente una linea difensiva a tre con Miranda e Thiago Silva, anestetizzandone la pericolosità offensiva e mettendo alla prova in modo fallimentare invece la sua meno pronunciata abilità in fase di non possesso.

La seconda chiave preannunciata era invece quella riguardante la scelta che avrebbe preso Martínez per la marcatura delle ali brasiliane. Dopo aver elencato le criticità che si sarebbero rivelate fatali nel caso in cui avesse scelto di abbinar loro entrambi i difensori laterali o entrambi gli esterni di centrocampo del suo 3-4-2-1, avevamo invece menzionato la possibilità che il commissario tecnico decidesse di far slittare la propria linea arretrata in fase di non possesso portandola a comporre una linea a quattro e incaricando dunque un esterno e un difensore delle marcature di Neymar e Willian. Così è stato, con il primo accoppiato col compagno al PSG Meunier (diffidato e ammonito, out contro la Francia) e il secondo con Vertonghen.

Il contropiede – “Un’ode alla lucidità di scelta”, così avevamo definito il contropiede attuato dal Belgio al 94’ dell’ottavo contro il Giappone. La rete dello 0-2 firmata De Bruyne è stata quindi la conferma della grandissima capacità del Belgio di sfruttare al massimo le proprie individualità in transizione, sfruttando gli ampi spazi lasciati da una difesa in fase riorganizzativa.

Col Giappone era stato Courtois a lanciare l’azione dopo aver bloccato in presa alta un cross da calcio d’angolo di Honda, mentre stavolta il corner è stato respinto di testa da Fellaini, piazzatosi sul primo palo come si fa di solito col centravanti, ad innescare proprio la ripartenza del centravanti. È stato infatti Lukaku a guidare il contropiede correndo per cinquanta metri con la palla al piede, scartando secco un Fernandinho in serata ‘no’ e servendo sulla sua destra il libero De Bruyne. Il centrocampista del City si è a quel punto rivolto con uno stop orientato direttamente con la fronte verso il secondo palo, dove dopo altri due tocchi ha scagliato una conclusione magistrale per potenza e precisione che non ha lasciato scampo al romanista Alisson, prima di ieri battuto soltanto in un’occasione in questo Mondiale.

Conclusione – Per il finale è superfluo ribadire l’importanza del passaggio del turno o il prossimo appuntamento del Belgio, soprattutto quando la conclusione perfetta l’hanno inscenata così bene i ventidue in campo ieri sera.

Ancora 94’ (stesso minuto del contropiede finalizzato da Chadli contro il Giappone): slalom sulla destra del subentrato Douglas Costa e scarico d’esterno piede per il suo numero dieci Neymar in posizione centrale al limite dell’area. Passo breve dell’ex blaugrana per arrivare nella migliore postura possibile al tiro e delicato ma deciso destro a giro destinato al sette alla sinistra di Courtois. Si può andare ai rigori, ma il portiere del Chelsea non ci vuole stare. La sfera viaggia verso la meta, ma Neymar ha già le mani sul volto. Parata.

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