Vincenzo Boscaino
Lontano dalle polemiche, dal rigore dubbio dell’Inter, dal possibile rigore non ricevuto, dalla quasi-espulsione di Asamoah, lontano da tutto questo, bisogna pensare alla prestazione. Come ha giocato la squadra, come ha reagito allo svantaggio, le azioni che sono state create. Se Pioli pensasse solo a questo, avrebbe di che sorridere.
Purtroppo, la Fiorentina esce da San Siro con zero punti, e il morale per terra. Perché alla fine, per la classifica, conta il risultato. 2 a 1 per l’Inter. Ma tutto quello che c’è stato in mezzo ai quei novanta minuti si deve analizzare.
Il chiaro-scuro della Fiorentina sta nella prestazione dei suoi attaccanti, Simeone e Chiesa. Gioielli e patrimonio di una squadra ancora troppo giovane e inesperta, in grado di mettere tutti in difficoltà, ma che raramente raccoglie quello che di straordinario semina.
Chiesa è un giocatore totale, capace di essere il motore propulsore della squadra e dare il via alle azioni più pericolose della Viola. Non importa se alla fine è stato autogol di Skriniar, quando era il momento, Chiesa è stato decisivo.
Discorso diverso per Simeone. Partita da dimenticare per il Cholito. Va bene la rabbia agonistica, il sacrificio, lo spirito combattivo. Va bene tutto, ma un attaccante deve segnare. Handanovic lo ipnotizza e lui sembra non riprendersi più psicologicamente. Affonda, lentamente ed inesorabilmente nelle pieghe della partita.
10 punti in sei partite, però, non sono un magro bottino, considerando che le due sconfitte sono arrivate con Napoli e Inter, ma forse la Viola potrebbe osare ancora di più. Pioli, però, vede il bicchiere mezzo pieno e ai microfoni dischiara: “Dispiace molto per come è finita. Però ci sono molte più cose positive che negativa e su queste ultime lavoreremo”.
Già, la Fiorentina deve continuare a lavorare per ambire a un posto Champions. Lontano da polemiche, rigori dubbi e sviste arbitrali, lontano da tutto questo. Anche se, alla luce di come è finita, ci potremmo chiedere come sarebbe andata se quel rigore di Victor Hugo non ci fosse stato. Potremmo pensare a mille cose e viaggiare con il potere della fantasia. La realtà pero è stata un’altra.
Adesso testa all’Atalanta, un’altra sconfitta, potrebbe compromettere la rincorsa Champions. Mai come adesso, bisogna essere squadra.