Giovanni Rosati
Un 2-0 tondo e meritato quello rifilato dal Barcellona all’Inter nella terza giornata della fase a gironi della Champions League. La superiorità dei blaugrana si è espressa nel gioco e nelle occasioni, coi nerazzurri spesso costretti nella propria metà campo e per lunghi tratti in difficoltà quando bisognava invece azionare la contraerea. Sul piano tecnico la sconfitta è stata dunque piuttosto pesante, ma su quello pratico c’è da dormire sonni tranquilli: nonostante il ko, la Beneamata resta a +1 sulle inseguitrici grazie al pareggio last-minute del PSV contro il temuto Tottenham.
La superiorità catalana e le difficoltà nerazzurre – Non potevano esserci dubbi a riguardo: a meno che non fosse incappato in una giornata buia come quella dello scorso anno all’Olimpico di Roma, sarebbe stato il Barcellona ieri a stabilire la propria supremazia tecnica e territoriale sull’avversario. Ben illuminata dai fari del Camp Nou, la squadra di Valverde ha controllato la gara per la sua quasi totalità con un possesso palla nettamente a suo favore (67% contro il 33% nerazzurro) e con una mole di tocchi che di poco non ha raddoppiato quelli dell’Inter (963 a 551).
A riguardo fa riflettere un altro dato: quello dei passaggi riusciti. Ad impressionare non è solamente la differenza numerica (694 a 278, ancor più netta rispetto ai tocchi), ma soprattutto la percentuale di realizzazione. Premessa: il gioco del Barça si sviluppa spesso e volentieri in una ragnatela di scambi e triangoli ravvicinati, con un possesso prolungato che ha l’obiettivo di muovere l’avversario fino a trovare prima o poi il varco giusto per l’imbucata. In poche parole: i blaugrana effettuano perlopiù passaggi corti, dalla bassa difficoltà di realizzazione. Ciò detto, la differenza tra le percentuali delle due squadre resta significativa: 77% per l’Inter, quasi il 91% per i catalani.
Duplice l’informazione che si evince da questo dato. La prima è, ovviamente, la grande capacità del Barcellona e dei suoi calciatori di imporre un gioco corale sbagliando il minimo possibile. Di grande significato è in questo senso la prestazione di Sergio Busquets, autore di una gara da 76 passaggi effettuati con il 99% di efficacia rispetto a quelli tentati. Ma a 95% c’è Arthur (ieri incoronato dal duo di commento Trevisani-Adani come un giusto mix tra Xavi e Iniesta), a 94% ci sono Jordi Alba e Rafinha, a 93% Rakitic e così via. La seconda indicazione da estrapolare è invece la difficoltà interista a proporre un proprio gioco nei rari momenti in cui gli uomini di Spalletti si trovavano con il pallone tra i piedi. Il miglior nerazzurro in questo senso è stato Skriniar – autore in generale di una prestazione maiuscola – con il 92% di passaggi riusciti, ma già limitandosi al podio si deve scendere sino all’89% di Asamoah prima e all’80% di Brozovic poi. Ovviamente da non prendere in considerazione il 100% di Lautaro Martinez, entrato nella mezz’ora finale ed autore soltanto di 5 passaggi.
Consolazione precoce – Nonostante l’inferiorità tecnica messa in mostra ieri sera dai nerazzurri, essi non hanno in realtà molto di cui preoccuparsi. In primis perché il Barcellona è da decenni ormai una delle migliori squadre a livello mondiale e una dignitosa sconfitta contro di loro non sminuisce più di tanto il valore del suo avversario, in seconda battuta perché un paio di ore prima il PSV aveva confezionato loro un graditissimo regalo pareggiando in extremis contro il Tottenham. Dopo tre giornate, il Gruppo B è così disposto: Barcellona 9, Inter 6, PSV e Tottenham 1. In quanti, davanti alle proprie televisioni mentre venivano trasmessi i sorteggi di Nyon, hanno pensato che l’Inter potesse fino alla fine giocarsi la qualificazione alla fase eliminatoria di questa Champions League? Ebbene è così, e non solo: ad oggi, i nerazzurri sono i favoriti per il passaggio del turno a braccetto proprio coi catalani. Dalla quarta fascia.