Frosinone, tra orgoglio e paura Un mix di emozioni alla vigilia della trasferta di Ferrara contro la SPAL e i dubbi non mancano

Posted By on Ott 28, 2018 | 0 comments


Giandomenico Tiseo

“Più corti, stringi, difesa più alta…” Si lavora alla Cittadella dello Sport di Ferentino in vista dell’impegnativa trasferta di Ferrara contro la SPAL in casa Frosinone, valevole per la decima giornata del campionato di Serie A. Le statistiche nude e crude non sono esaltanti: 2 punti, penultima posizione in classifica, 6 gol realizzati e 24 subiti. Conclusione: peggior attacco e difesa del campionato. Un quadro apocalittico, sportivamente parlando, però scorgendo i volti dei giocatori e di mister Moreno Longo la luce non sembra essersi spenta.

La convinzione di poter scalare l’Everest, nonostante i venti tempestosi, è ancora insita nell’animo dei calciatori. Lo si capisce dal modo in cui ci si impegna in allenamento: contrasti duri, a volte anche oltre i limiti, volendo dimostrare di essere degni della maglia da titolare. Si lavora alacremente per trovare l’amalgama, parola quest’ultima che riecheggia quasi dal primo giorno in casa ciociara. Una chimica che ancora non si è trovata del tutto perché l’undici “longhiano” non ha i crismi della linearità e dell’equilibrio. Sarà stato per i 16 acquisti estivi o per le due settimane in Canada o ancora per l’epilogo tardivo del play-off in Serie B? Difficile da dire ma i miracoli con meno tempo dedicato alla preparazione e con calciatori arrivati qualche giorno prima dell’inizio del campionato non può farli nessuno. Qualcosa è mancato nei tempi e nell’organizzazione.

L’orgoglio però c’è e non è frutto di illusione o speranza. Lo si è visto sul rettangolo verde del Benito Stirpe contro l’Empoli, quando il bomber di Avezzano Daniel Ciofani ha gonfiato la rete in due occasioni, regalando un sogno ai Canarini. Il 3-3 finale è stata una doccia gelata ma la truppa frusinate sa che si dovrà partire da quegli stessi presupposti per la campagna ferrarese. L’obiettivo è chiaro: porre fine al digiuno. 3-4-1-2, 3-4-2-1? Non importa, contano le energie che questa squadra sa di poter mettere sul campo per onorare il patto di inizio stagione: salvarsi e dimostrare che la compagine giallazzurra non è la vittima sacrificale di questa Serie A.

Vero che paura e timori ogni tanto bussano alla porta. Si vorrebbe che non ci fossero ma la lettura dei numeri snocciolati in precedenza alimenta i punti interrogativi nella testa degli interessati. La piazza, descritta da Stirpe come entità giudicante circa il destino del tecnico, non aiuta, aspettandosi ben altro in questi primi passi di massima serie. Una visione alla Jean-Jacques Rousseau e alla sua “Volontà generale” verrebbe da dire o molto più semplicemente una fiducia a tempo. E nel contesto de “Il pubblico ha sempre ragione” le ricette sono state diverse, classico spaccato del fare italico in cui si ha la convinzione di saperne di più rispetto a chi guarda e valuta ogni santo giorno degli uomini che corrono con un pallone. Nessuna però ha suscitato l’attenzione dell’allenatore, che va avanti per la sua strada, più forte dei dubbi di un presidente che lo reputa poco flessibile e inesperto e di alcuni supporters fondatori del novello partito dello scetticismo italiano che idolatrano le figure di Davide Nicola e di Giuseppe Sannino.

E così ci si prepara alla sfida contro la Società Polisportiva Ars et Labor, affidandosi proprio al talento e al lavoro perché per centrare il bersaglio grosso un colpo di genio servirà, oltre ad un pizzico di fortuna. Longo e i suoi sono pronti. Ora, la parola al campo e al suo giudizio inappellabile.

 

 

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