Inter, è questione di mentalità

Posted By on Nov 7, 2018 | 0 comments


Giovanni Rosati

La gara di ritorno tra Inter e Barcellona ha seguito le stesse linee guida di quella d’andata al Camp Nou: il Barcellona ha fatto la partita tessendo ragnatele di passaggi e costringendo l’avversario alla ritirata, l’Inter come detto ha subito e si è poi trovato in difficoltà nel costruire una volta conquistato il pallone. Ma se due settimane fa i catalani erano riusciti a sbloccarla relativamente presto, stavolta la resistenza nerazzurra ha incassato senza crollare per quasi tutti i 90 minuti di gioco. E quando il neo-entrato Malcom ha infilato un superlativo Handanovic all’83’, si pensava potesse essersi spezzato l’incantesimo che aveva tenuto mentalmente in partita l’Inter, e che tutto lo sforzo compiuto in quella gara sarebbe stato vanificato.

Mentalità – E invece no. La Beneamata si è subito riversata in avanti sfruttando l’assetto maggiormente offensivo scaturito dalla girandola dei cambi e dopo solo qualche minuto la palla è rotolata sui piedi di Icardi, che l’ha addomesticata, protetta e infine scagliata in rete facendola passare tra le gambe larghe di Ter Stegen. Poi, invece di esultare correndo come un pazzo sotto la curva, l’argentino si è affrettato a raccogliere la sfera da dentro al sacco per riportarla nel cerchio di centrocampo. Con tre minuti più recupero ancora da giocare, dopo altri ottantasette di penosa sofferenza, l’Inter ha creduto in quel finale di poter addirittura sconfiggere il Barcellona. “La nostra reazione è stata fondamentale”, ha detto Spalletti nel post-gara, “e dopo aver fatto gol, Icardi è andato a raccogliere la palla dando un segnale della mentalità della squadra”. Una squadra che non muore mai, che il proprio carattere lo ha già dimostrato in partite come quella contro il Tottenham, che in campionato ha accorciato dalla Juve e ha ripreso il Napoli, che in Champions era data per spacciata e invece è ancora in piena corsa per un posto agli ottavi. Ha ragione Adani ad emozionarsi sul gol di Vecino, e ha ragione anche nel dire che questa Inter è una squadra con una fortissima anima.

Imbarazzanti – Non l’Inter, ma il Barcellona; e non nell’accezione negativa del termine. Lo spiega Spalletti ai microfoni di Sky: “Loro son più forti di noi. Anticipano sempre le giocate, sanno andare benissimo a smarcarsi anche in spazi ristretti, hanno pulizia e qualità nel palleggio e nell’intuizione nei movimenti. Dalla panchina è una cosa veramente imbarazzante”. Secondo WhoScored, i blaugrana hanno conseguito il 65% del possesso palla realizzando più del doppio dei passaggi rispetto ai propri avversari (662 contro 312) e imponendo un dominio territoriale durante l’arco dei 90 minuti che è testimoniato dalla heatmap sottostante. La maggior parte delle palle giocate dai catalani sono state nella metà campo offensiva (zona rossa), mentre la mappa dell’Inter mostra come gli uomini di Spalletti si siano rintanati a difesa della propria porta riuscendo raramente a proporsi in zona pericolosa (la vasta area blu scura o non colorata nella trequarti catalana lo dimostra ampiamente).

whoscored.com

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Ma un ultimo spunto statistico ce lo offre Opta: “Il Barcellona ha effettuato 26 tiri contro l’Inter, un suo primato in una trasferta di Champions League da quando Opta raccoglie questo tipo di dato (2003/04)”. Di contro, la squadra di casa ha scagliato dieci conclusioni, di cui solo una direzionata verso lo specchio: quella di Icardi all’87’. A proposito del capitano nerazzurro, lo stesso tipo di imbarazzo sa provocarlo anche lui: quello contro il Barça è infatti il suo terzo gol nella prima stagione in Champions League, e in sole quattro presenze.

Prospettive – Ciò che rende la rete di Maurito ancor più importante in ottica qualificazione sono le brutte notizie giunte da Londra proprio sul finale della partita tra il Tottenham e il PSV. Passati in svantaggio nei primi minuti di gara, gli Spurs sono infatti riusciti a ribaltare il risultato a Wembley grazie alla doppietta del solito Kane, che ne ha rilanciato le ambizioni europee. A questo punto l’Inter affronterà lo scontro diretto con gli uomini di Pochettino da una posizione leggermente favorevole visti i tre punti di vantaggio e lo scontro diretto vinto per 2-1 proprio nello scenario di Wembley. Guai però a fare calcoli, e lo dice chiaramente a Sky l’uruguagio Vecino: “Quando si pensa di giocare per prendere un pareggio si finisce per perdere. A Londra ci andiamo per fare i 3 punti”. Questione di mentalità.

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