Inter, uno scavino per risalire la china

Posted By on Dic 16, 2018 | 0 comments


Giovanni Rosati

Come previsto non è stato semplicissimo, ma alla fine quel che conta è che l’Inter si sia rialzata. La caduta di mercoledì era stata dolorosa e, vista anche l’organizzata gabbia difensiva costruita ieri dagli ospiti, il risultato finale era tutt’altro che scontato. Nel primo tempo Nicola ha infatti disegnato un’Udinese molto attenta alla copertura e meno all’offesa, con Ekong a tenere costantemente il proprio fiato sul collo di Icardi e tutti gli altri difensori molto concentrati sul limitare l’avversario e precisi in chiusura. L’assolo nerazzurro non aveva quindi portato risultati all’intervallo, al termine del quale sono poi stati proprio i friulani a schiacciare per una decina di minuti i padroni di casa a difesa della propria area. Poi però l’Inter ha ritrovato il giusto piglio e al 75’ anche il gol del definitivo 1-0.

A un quarto d’ora dalla fine, Fofana tocca la palla con la mano senza che l’arbitro ravveda l’irregolarità. L’azione si ribalta e i bianconeri provano l’avanzata, poi la difesa di casa recupera nuovamente palla e, mentre prova a sviluppare la propria manovra sulla corsia di destra, l’arbitro Abisso ferma il gioco e concede il calcio di rigore con l’aiuto del video-assistente. L’Inter è psicologicamente a terra per l’eliminazione in Champions e l’uomo chiamato a risollevarla dal dischetto, Mauro Icardi, ha sbagliato dieci minuti prima un gol praticamente fatto viste le sue qualità. Ci si può già immaginare una parata di Musso o magari un palo, che rappresenterebbe al meglio la commistione di difficoltà mentale e sfortuna, ma succede l’esatto opposto: Maurito conta i passi con una buona frequenza di passo, poi però all’ultimo si ferma e sfodera il cucchiaio. Non c’è difficoltà o sfortuna, ma solo carattere e qualità in quel tipo di conclusione. È il centesimo gol di Icardi con la maglia della Beneamata, il decimo di questo campionato, il quinto dagli undici metri del suo fantastico 2018 (nessuno ha segnato tanti rigori quest’anno).

Ma da sottolineare ci sono anche due scelte del tecnico Spalletti, criticato proprio mercoledì scorso per delle decisioni non esattamente azzeccate. Contro l’Udinese compie invece la sua prima mossa indovinata già dopo qualche minuto scambiando le due mezzali e dando vita a un triangolo Vrsaljko-Joao Mario-Politano che è fonte ed esecutore della maggior parte delle azioni pericolose dei nerazzurri. La seconda la fa dopo dieci minuti della ripresa, quando inserisce Lautaro per Borja lanciando ai suoi il messaggio di attaccare e costringendo gli avversari ad arretrare il proprio baricentro e optare per la cautela, restituendo il pallino di gioco alla sua Inter. Sul finale il tecnico di Certaldo dimostra anche la propria flessibilità tattica posizionando i suoi con un 3-5-2 (o 3-4-1-2) a protezione di un vantaggio che, al triplice fischio arbitrale, vale per la sua Inter e i tre punti e la reazione immediata dopo la delusione europea. Il rischio di una depressione delle prestazioni era quello più pericoloso per il post-PSV, ed è fondamentale averlo schivato.

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