Juve, il derby è ancora tuo

Posted By on Dic 16, 2018 | 0 comments


Nicola Ciacciarelli
Il derby è ancora bianconero. La Juventus fa sua la stracittadina e torna provvisoriamente a +11 sul Napoli, in attesa del match di oggi pomeriggio dei partenopei a Cagliari.
Derby vero, perchè bruttino e spigoloso. Il Toro, reduce da una sola sconfitta nelle precedenti dieci gare, è parso più propositivo e stare meglio in campo rispetto alle sfide degli anni passati. La Juve, dal canto suo, fa una gara d’attesa, lasciando Mandzukic, Dybala e Ronaldo in pressione sui portatori di palla granata. I bianconeri si fanno pericolosi in azioni di ripartenza, sfuttando la difficoltà nel rientrare dei centrocampisti di casa ed eseguendo bene cambi di campo che sorprendono gli uomini di Mazzarri. Fondamentale per la capolista riuscire a trovare l’uomo libero dall’altra parte del campo per evitare di soccombere sotto la pressione, in alcuni momenti forsennata, dei mediani del Toro. Il 3-5-2 disegnato da Mazzarri permette ai suoi di avere un leggero predominio a centrocampo. La Juve argina la vivacità di Baselli ed il dinamismo di Rincon e Meitè con Emre Can, Pjanic e Matuidi. Quest’ultimo non si limita a coprire, trovando invitanti spazi anche quando si spinge in area avversaria, senza però far male ad Ichazo.
Il match dei primi 70 minuti è vibrante ed equilibrato. Non bello, ma fatto di ribaltamenti di fronte costanti. L’errore di Zaza e l’astuzia di Mandzukic nell’anticipare il portiere avversario spacca in due la partita. L’ex Juve, è pressato da Bonucci, salito in una delle sue, non rare, scorribande offensive, e con il piede sbagliato (il destro) serve male Ichazo che travolge Marione. Il rigore di Cristiano spezza l’equilibrio ed arriva nel momento in cui i granata sembrano allentare la pressione, lasciando il pallino in mano alla Juve.
Gli ultimi venti minuti sono un’altra partita. Una minigara in cui la Juve fa pesare il maggior tasso tecnico e d’esperienza, potendo contare sull’enorme quantità di palleggiatori a sua disposizione. Pjanic, Dybala, Bonucci, Ronaldo. La Juventus la gira a suo piacimento e quando la perde è brava nel recuperare le posizioni, trasformando il 4-3-3 in 4-5-1. Non è un caso che Perin non corra mai rischi e tocchi la sfera solo per rilanciarla. E non possono scalfire le certezze della Signora gli ingressi di Parigini e Berenguer. Allegri blinda le fasce allargando la posizione di Matuidi a sinistra e abbassando Mandzukic a destra. E la Juve conserva il prezioso gol di vantaggio fino alla fine, centrando il quindicesimo successo in sedici giornate di campionato, l’ennesimo in un derby.

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