Il trionfo dell’Ajax e la caduta degli dei

Posted By on Mar 6, 2019 | 0 comments


Giandomenico Tiseo

Ci sono partite che rimarranno nella storia, ci sono partite che ti entrano dentro e non usciranno in più. Non è questione di schemi di gioco, di sofismi tattici, ma di coraggio, spirito di abnegazione e voglia di divertirsi con il pallone. Il calcio è un gioco prima di tutto, spesso ce lo dimentichiamo per l’importanza del risultato e il campanilismo sciocco, fine a se stesso.

Questo e molto altro è stata Real Madrid-Ajax di ieri, ritorno degli ottavi di finale di Champions League 2019. La Caduta degli Dei secondo alcuni, l’impresa titanica secondo altri. Fate voi, scegliere l’una o l’altra opzione non fa così differenza. La sostanza è che ieri al Bernabeu, come chi era a casa davanti alla tv, si è visto un grande gioco e sono stati il Lancieri ad esprimerlo in termini di qualità. Niente barricate sulla linea di porta, niente “Lo spettacolo lo fanno al circo”. Una lezione “pallonara” quella inflitta dagli uomini di Erik ten Hag che, con il 4-3-3 flessibile e la voglia di proporre, ha espugnato il fortino spagnolo e mandato un chiaro messaggio ai pragmatici del gioco: si può vincere, giocando bene.

E come è stato possibile? Con la qualità perché quella non la puoi inventare. Matthijs De Ligt (19 anni), Frenkie de Jong (21 anni) e il tridente tutta creatività e freschezza formato da Dusan Tadic, Hakim Ziyech e da David Neres sono stati autori della partita perfetta. De Ligt ha affrontato gli attaccanti dei Blancos da veterano, superando a pieni voti un test ad altissimo coefficiente di difficoltà. de Jong, su cui ha già messo le mani il Barcellona, ha illuminato la scena con una regia da Premio Oscar sul red carpet madrileno e poi che dire di Tadic, due assist e un gol: un mancino devastante e una tecnica sopraffina, con veronica annessa mandando al bar Casemiro. Un Ajax che aveva già fatto vedere qualcosa nei gironi di qualificazione dove a Monaco, contro il Bayern, aveva sfiorato l’impresa. Qui la missione è stata compiuta, perché dopo la sconfitta dell’andata non c’era scelta.

Con le spalle al muro, i ragazzi terribili di ten Hag (età media 24.1) hanno espresso il loro talento, abbagliando tutti e chissà cosa avrà pensato il buon Sergio Ramos che, ottenendo l’ammonizione “strategica” ad Amsterdam, pensava di essere il più furbo di tutti. Il risultato è inequivocabile, al di là della sfortuna dei due pali centrati dalla compagine di Solari. Dopo 9 anni i campioni di tutto escono di scena negli ottavi di finale di Champions, essendo già certi del fallimento in campionato e nella Coppa del Re. Il calcio è questo ed ora tutti dovranno guardarsi dai biancorossi che dopo 16 anni tornano nei quarti di finale, con la voglia di far vedere di non essere secondi a nessuno e di realizzare un sogno.

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