Come on Tottenham!

Posted By on Mar 7, 2019 | 0 comments


Di Matteo Quaglini

 

Nemmeno l’imponente muro giallo ha potuto nulla. E questa nell’Europa del pallone di Champions è già una notizia. Nemmeno l a forza mentale della Mannschaft di Favre è bastata per il miracolo della rimonta, e anche questa è una notizia. I tedeschi che non rimontano gli inglesi, roba da prima pagina.

Da Dortmund e dalla Ruhr esce vincitore, per la seconda volta, il Tottenham di Pochettino che cresce nella statura di squadra ogni partita che passa sempre di più. Segna Kane, a conferma che il finisseur ci vuole per trasformare tutto il gioco complessivo in risultato.

E’ una vittoria importante per gli inglesi che giocano questa coppa campioni, per dirla alla vecchia e cara maniera, con due intenti: da una parte quello di trovare una cifra tecnica di carattere internazionale e dall’altra di arrivare tra le prime quattro del calcio continentale, evento mai accaduto prima.

Il miglior risultato è stato emulato ieri sera con l’approdo al porto dei quarti di finale come fece il Tottenham nel 2011, quando a guidarlo in campo c’era un certo Gareth Bale.

Dopo ieri la squadra di Pochettino è in fiducia. Ha vinto contro una formazione forte e votata al gioco offensivo. Ha superato, con concentrazione e volontà, uno degli ostacoli più insidiosi tra tutti i rivali. Due obiettivi raggiunti che, chiaramente, garantiscono a tutto il gruppo una crescita nella mentalità e nella forza del gioco di squadra.

Proprio questa è la chiave di lettura più importante della partita in Germania, lo sviluppo in costante progresso della mentalità vincente. Cosa significa avere mentalità vincente per una squadra? E quali sono i parametri che la manifestano? Avere mentalità vincente significa, prima di tutto, non mollare mai per nessuna ragione al mondo. Ha mollato Napoleone dopo il primo esilio nell’isola d’Elba? Ha forse abbandonato l’idea visionaria Steve Jobs alle prime difficoltà, quando ancora ragazzo lavorava ai suoi progetti nel garage familiare? Ha gettato la spugna Alex Ferguson dopo i primi mediocri quattro anni alla guida del Manchester United? No, nessuno dei tre e molti altri hanno mollato. Anzi hanno costantemente cercato nuove strade, nuove vie per raggiungere il loro obiettivo.

Il Tottenham di ieri sera, fatte le dovute proporzioni, è stato un po’ tutti e tre queste personaggi. Non ha mai mollato né all’andata, né nello spazio tra le due partite dove un certo appagamento poteva venire naturale abbandonando la concentrazione per sposare il vento traditore dell’abbiamo già vinto, e non ha mollato nemmeno sotto i colpi a salve delle tante occasione avute e mancate dal Borussia Dortmund che avrebbero potuto far imbarcare acqua, nel caso di un gol, al bastione britannico e minare qualche certezza.

Un segno questo dell’imbattibilità della porta di Hugo Lloris che è un sintomo chiaro della mentalità vincente: l’avversario per quante volte ci attaccherà non segnerà, che tradotto significa noi saremo più duri degli altri ma non a parole nei fatti.

Un tratto questo che di solito Alderweireld, Sanchez e Vertonghen non dimostrano concedendo spesso gol nel cuore dell’area. In due partite contro l’attacco verticale dei tedeschi, i difensori di Pochettino non hanno concesso gol nemmeno per l’onore della famosa bandiera di militare memoria. Significa che la squadra in fase difensiva è stata più dura degli altri, un segno grandissimo perché la difesa intesa come fondamentale aggressivo è il termometro di una squadra che vuole vincere.

Un Tottenham alla Atletico Madrid per capirci, duro senza svarioni e determinato nel dimostrarsi forte mentalmente. Il passo verso la mentalità vincente continua. E prosegue perché aggiunge, di partita in partita nuovi elementi. Dunque abbiamo detto che la squadra comincia a non mollare, poi che è dura sul campo cioè comincia a porsi un obiettivo e lo raggiunge, cerca soluzioni ai problemi non li subisce o perde il suo tempo di gioco nel parlarne. Terzo, vince i propri difetti. Era una squadra bella ma leggera quella di Pochettino, accademica anziché consapevole, sognatrice e non anche pragmatica, proiettata solo sull’attacco anziché sul gioco complessivo. Ora dopo la doppia vittoria contro il temibile Borussia è una squadra più vincente, perché dura cioè consapevole, perché forte del suo sistema che entra in partita quando serve, perché sa fermare anche soffrendo i migliori giocatori della squadra aversaria da Goetze, Pulisic, Reus, Witsel e Guerreiro, perchè pur subendo gli avversari come ieri non molla e trova soluzioni.

Non ancora grande il Tottenham, ma ogni volta aggiunge qualcosa alla sua lezione sulla mentalità vincente e la forza di squadra. Ora ha quattro protagonisti Pochettino, Kane, Eriksen e Lloris il portiere campione del mondo che para al momento decisivo. Tutti si aiutano, un altro sintomo di mentalità vincente. Come on Tottenham, sei tra le prime otto d’Europa.

 

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